COMUNICATI STAMPA

 

DDL Lorenzin- Lettera al Ministro e al Parlamento

ANMVI CHIEDE EMENDAMENTO AD HOC

CONTRO L’ESERCIZIO ABUSIVO IN MEDICINA VETERINARIA

Integrare il testo con la peculiarità del paziente animale


(Cremona, 19 ottobre 2017)- Un emendamento al Ddl Lorenzin che metta in chiaro che le attività medico-sanitarie sugli animali non possono essere esercitate da professioni sanitarie abilitate all’esercizio nell’uomo. Lo chiede l’ANMVI al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al Sottosegretario Davide Faraone che  ne segue l’iter in Parlamento.

La lettera è stata inviata oggi anche all'indirizzo dei Presidenti delle Commissioni Affari Sociali e Sanità del Senato, rispettivamente On Mario Marazziti e Sen Emilia Grazia De Biasi.

“L’attuale articolato- osserva il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi- perfeziona e rafforza, apprezzabilmente la disciplina penale relativa all’esercizio abusivo di una professione sanitaria, ma risulta tuttavia insufficiente nei riguardi della Veterinaria, per il suo peculiarissimo paziente”.

E’ infatti sempre più diffuso, scarsamente riconosciuto e perseguito, l’esercizio abusivo di pratiche mediche e sanitarie su ‘pazienti animali’ da parte di soggetti aventi qualifica e/o abilitazione in una laurea sanitaria in campo umano, fa notare l’ANMVI.

E’ invece pacifico – osserva Melosi- che conoscenze di anatomia e fisiologia animale, di clinica e di medicina veterinaria, anche comportamentale, appartengano esclusivamente alla formazione del Medico Veterinario e che solo in virtù di tale formazione si possa conseguire la laurea e l’abilitazione di Stato all’esercizio professionale sugli animali”.

Nella sua lettera, l’ANMVI evidenzia che la Direttiva 2005/36/CE (Attuata dal D.lvo 9 novembre 2007, n. 206 ) e la Direttiva 2013/55/CE (attuata dal D.lvo 28 gennaio 2016, n. 15)  definiscono i requisiti minimi di formazione delle professioni “settoriali”, indicando diversi percorsi di studio per il conseguimento della laurea -e quindi della abilitazione- in campo umano e veterinario.

In quest’ottica, l’Associazione valuta favorevolmente che il Ddl Lorenzin abbia disciplinato nuove professioni sanitarie, perché una volta ordinate e regolamentate, potranno offrire maggiori garanzie all’utenza e nel contempo  contrastare il loro esercizio da parte di soggetti improvvisati.

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