La convivenza familiare con i cani richiede una legge ad hoc. Tutelare l’incolumità anche in ambito domestico.
Urgente ripensare l’attuale fallimentare sistema di prevenzione: questa la richiesta dell’ANMVI al Ministero della Salute
(Cremona, 26 maggio 2015)- La tragedia di San Martino al Tagliamento (Pordenone) è un drammatico richiamo alle responsabilità di Legislatori e Amministrazioni Locali, da troppi anni inerti sul fronte della prevenzione e sordi alle richieste dei Medici Veterinari.
La stragrande maggioranza dei Comuni non organizza corsi di formazione per i proprietari di cani, benchè una ordinanza ministeriale li imponga da più di dieci anni. Alla base della cronica inadempienza delle pubbliche amministrazioni- ancora più della mancanza di fondi- ci sono carenze organizzative e sottovalutazioni del problema.
E’ anche urgente prendere atto che serve una buona legge di prevenzione e che non si tratta solo di un problema di incolumità nei luoghi pubblici: molte aggressioni si verificano dentro le mura domestiche, coinvolgono bambini e anziani, e si potrebbero evitare mettendo a disposizione dei proprietari le conoscenze della Medicina Veterinaria Comportamentale.
Inascoltata da anni anche la proposta dell’ANMVI ai vari Ministri della Salute di emanare linee guida ad hoc per le famiglie con cani all’arrivo di un neonato e, viceversa, all’ingresso di un cane in famiglia con bambini.
Il valore affettivo della relazione con un cane, prezioso per la crescita di bambini e adolescenti, richiede consapevolezza gestionale e un supporto di competenza che può venire solo dalla Medicina Veterinaria Comportamentale.
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