MANIFESTAZIONE A ROMA IL 1 FEBBRAIO
I vertici di ANMVI E SIVE chiedono incontro ai Ministri Grilli e Catania: patrimonio equino a rischio.
"Se si ferma l'ippica si ferma anche lo sviluppo scientifico. I fondi ci sono, giusto rivendicarli".
(Cremona, 29 gennaio 2013) - I veterinari manifesteranno a Roma il 1 febbraio al fianco degli ippici. L'hanno deciso i consigli direttivi della SIVE (Società Italiana Veterinari per Equini) e dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani).
Anche gli ippiatri rivendicano per l'ippica i fondi previsti dalla Legge e mai destinati alle corse, a partire da quei 100 milioni di entrate erariali che il TAR del Lazio ha stabilito, con una sentenza esecutiva di dicembre, spettano a ‘montepremi e provvidenze allevamento'. Quindi ai cavalli e questo è il punto.
ANMVI e SIVE hanno anche chiesto di essere ricevute dai Ministri Grilli e Catania.
Vogliono spiegare il pericolo a cui è esposto il patrimonio equino: migliaia di cavalli atleti (circa 15 mila) rischiano molto, anche in salute, perché l'inattività favorisce l'insorgenza di patologie e abbassa il loro livello di benessere ottimale. Campioni nati, allevati, allenati e curati per l'attività atletica sono paralizzati come gli ippodromi e hanno davanti a loro un futuro drammatico: svenduti, regalati, abbandonati, macellati, riutilizzati nelle competizioni irregolari. E il rischio di dare fiato alle corse clandestine è grande.
"Per un medico veterinario ippiatra che dedica la propria vita alla salute del cavallo-atleta è un dramma umano e professionale - dichiara Paola Gulden della Società Italiana Veterinari Equini- soprattutto pensando ai puledri, che non avendo la prospettiva delle corse rischiano di non ricevere le cure necessarie ad una crescita sana o di essere trascurati. Se viene meno la prospettiva di gara - dice- verrà meno anche la sensibilità al benessere di questi animali".
Il Presidente della SIVE, Giorgio Ricardi, teme per l'avanzamento scientifico: "La fine dell'ippica è una enorme ipoteca sullo sviluppo della medicina veterinaria ippiatrica e sportiva- dichiara- perché è dall'eccellenza del nostro patrimonio equino che nascono la ricerca e lo studio delle patologie sportive, della medicina avanzata, con ricadute positive per tutta la popolazione equina, anche da equitazione o da compagnia. In tutti i Paesi, lo stimolo al progresso terapeutico viene dai grandi atleti dell'ippica, così come la ricerca scientifica internazionale trova nell'eccellenza del patrimonio equino motivo di sviluppo e di interscambio".
"E' anche una questione di competitività del nostro Paese- osserva Andrea Brignolo, Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani - basta guardare oltreconfine per scoprire realtà che hanno una fiorente attività ippica, mentre la nostra è senza una guida ed è commissariata da anni". "Non si può chiedere ai veterinari che ogni giorno vanno nelle scuderie - conclude Brignolo- di assistere impotenti alla chiusura degli ippodromi, al depauperamento del patrimonio equino e alla mortificazione di una professione. Per tutto questo, il 1 febbraio vogliamo essere ricevuti".
Ufficio Stampa ANMVI
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