ANMVI CERTIFICA CON AUTENTICA NOTARILE
75.241 FIRME
GIU' LA PRESSIONE FISCALE SULLE CURE VETERINARIE
Ufficializzato davanti al notaio il numero delle firme raggiunto dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Il Presidente Marco Melosi: "Una volontà popolare chiarissima, con cui Governo, candidati e forze politiche dovranno confrontarsi".
(Cremona 6 febbraio 2013) - A Cremona, alla presenza di un notaio, Marco Melosi, legale rappresentante dell'ANMVI ha dichiarato che la petizione "Contro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagnia" si è chiusa raggiungendo la ragguardevole cifra di 75.421 firme.
Ribadite le richieste della petizione e le modalità di raccolta delle sottoscrizioni, il notaio ha apposto timbro e firma sulla dichiarazione resa dal Presidente ANMVI.
Il documento così redatto avvalora il già chiaro messaggio di tanti cittadini, veterinari e proprietari, rivolto alle autorità di Governo, ai candidati e alle forze politiche in corsa per il voto del 24/25 febbraio.
Hanno firmato 75.421 cittadini per chiedere che:
- l'IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi, fra le più elevate in Europa, venga ridotta al 10%;
- le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip e anagrafe canina e felina, sterilizzazioni maschi e femmine) vengano esentate dall'IVA;
- sia considerata la possibilità di detrazione delle spese veterinarie fino ad un massimale di 1000 euro,
- vengano tolti dal redditometro le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia e il cavallo "d'affezione e/o da passeggiata".
Il numero di firme raccolte esprime una volontà popolare ampissima, trasversale, appoggiata da numerose organizzazioni, divulgata dai media, condivisa da molti esponenti politici che si sono già distinti in passato per iniziative parlamentari di drastica riduzione del peso fiscale che grava sulle cure veterinarie.
E' convinzione dell'ANMVI che un così vasto consenso non possa essere ignorato e debba esitare in un concreto ripensamento del carico fiscale che grava sulla prevenzione veterinaria e sul diritto alle cure degli animali che vivono nelle nostre case e nella nostra società.
Tassare come ‘beni di consumo' le cure veterinarie equivale a disattendere l'approccio One Health (Una sola salute per Animali e Persone) che tutte le autorità sanitarie nazionali e mondiali perseguono, ammonendo i governi ogni volta che le grandi emergenze epidemiche e sanitarie dimostrano che le malattie trasmissibili si evitano solo con la prevenzione veterinaria.
Ufficio Stampa ANMVI
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