Segnalazione del Garante del Mercato e della Concorrenza sull'accesso alle Facoltà di Veterinaria
ANMVI: LOGICA TRABALLANTE NEL PARERE DELL'ANTITRUST
L'Antitrust parla erroneamente di "numero chiuso" e contraddice la logica di mercato
Ad essere limitate non sono le possibilità di accesso, ma gli sbocchi occupazionali
(Cremona, 22 febbraio 2011) - Nella sua segnalazione sull'accesso alle Facoltà di Medicina Veterinaria, l'Antitrust parla erroneamente di "numero chiuso" anziché numero "programmato" e ammette un "ridotto fabbisogno di professionalità".
Secondo l'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) il Garante della Concorrenza si contraddice in più di un passaggio.
Ad esempio dove si sostiene che le restrizioni all'accesso sono "giustificabili solo in presenza di importanti asimmetrie informative"; se questo è vero, il numero programmato non dovrebbe essere messo in discussione per una professione medica come quella veterinaria.
E se è vero, come l'Antitrust riconosce, che la determinazione del numero "dovrebbe fondarsi esclusivamente su valutazioni attinenti all'adeguatezza dell'offerta formativa", il Garante dovrebbe comprendere che quel numero è gioco-forza destinato a contrarsi per l'inadeguatezza di alcune sedi a corrispondere agli standard didattici europei". L'adeguamento agli standard EAEVE - che l'Antitrust non mette in discussione- comporta una razionalizzazione delle risorse, perseguibile riducendo le sedi universitarie e chiudendo le Facoltà "di carta".
Un'altra contraddizione sta nel considerare la "verifica del fabbisogno produttivo" una "barriera all'entrata". Se l'Antitrust fosse più fedele alle logiche del mercato, dovrebbe riflettere su quel "ridotto fabbisogno di professionalità" di cui fa menzione, incoraggiando al massimo la verifica
del fabbisogno produttivo, la responsabilizzazione dell'Università nei confronti dei propri laureati e l'orientamento alla formazione universitaria, per arrestare la produzione dei veterinari disoccupati.
Seguendo una logica veramente di mercato, l'Antitrust dice bene solo quando non condivide la scelta legislativa di parametrare il numero programmato alla situazione occupazionale dei veterinari del Servizio Sanitario Nazionale. Con questa logica le Regioni esprimono numeri di fantasia, senza alcuna capacità di assorbimento dei nuovi laureati in medicina veterinaria, scaricando la responsabilità di queste determinazioni sul libero mercato professionale ormai asfittico e in balia di una insana, esasperata competizione, che non fa bene nemmeno alla salute dei pazienti.
Ufficio Stampa ANMVI
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