Da pericolo pubblico i cani diventano strumenti di sicurezza
I volontari impegnati nella sorveglianza delle città per la sicurezza pubblica sono spesso ritratti mentre “pattugliano le strade”, accompagnati da cani di razza dobermann o pastore tedesco. ANMVI: quali garanzie per una corretta gestione di questi animali?
(Cremona, 23 febbraio 2009) - I cani di grossa taglia non sono più pericolosi, anzi si direbbe possano persino essere impiegati per rafforzare la sicurezza nelle aree a rischio-criminalità. Sono molte le immagini che ritraggono le ronde impegnate in attività di sorveglianza accompagnati da cani di razza (es. dobermann e pastore tedesco).Qualora ammesso l’impiego di cani, a parere dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, sarebbe opportuno chiarirne la funzione e disciplinarne l’utilizzo.
L’Anmvi ha scritto al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni e al Sottosegretario Martini suggerendo un approfondimento sull’impiego di cani nelle attività previste dal decreto-sicurezza ed auspicando un coordinamento con il Ministero della Salute in merito alla prevenzione delle aggressioni canine incontrollate, ad esempio prevedendo che il patentino sia reso obbligatorio per i volontari impegnati nelle ronde con l’ausilio di cani.
Il Ministro Maroni, intervenendo mercoledì scorso al question time alla Camera, ha parlato di una prossima regolamentazione legislativa che dia alla materia una cornice normativa, anche per evitare eventuali abusi e giustizia fai date. L’occasione potrà essere colta per affrontare e chiarire anche l’eventuale impiego di cani.
Occorre rimarcare che il decreto-sicurezza, per la sorveglianza delle aree a rischio, prevede l’eventuale utilizzo di semplici cittadini iscritti ad apposite associazioni, rigorosamente non armati e, soprattutto, attivati e coordinati dai comitati provinciali dell’ordine pubblico, dai prefetti e dai sindaci. La situazione sarebbe molto diversa da quella dei cani in dotazione presso le forze dell’ordine, che sono sempre stati esclusi dalle ordinanze sulla prevenzione dell’aggressività canina in ragione del loro particolare impiego e delle connesse garanzie di utilizzo.
Nel caso delle ronde l’Anmvi si chiede innanzitutto se l’impiego di questi cani sia espressamente ammesso e di conseguenza come verrebbero scelti e quale tipo di percorso educativo abbiano intrapreso tanto gli animali quanto i semplici cittadini volontariamente impiegati nelle ronde.
Mentre è in preparazione una ordinanza fortemente responsabilizzante per l’uomo (proprietario o detentore) -che ha correttamente spostato la responsabilità delle aggressioni e della incolumità pubblica dal piano animale a quello umano, secondo un ripetuto orientamento della giurisprudenza - l’Anmvi suggerisce al Ministero dell’Interno di prevedere per i cani delle ronde (qualora ammessi) una apposita regolamentazione, avvalendosi degli strumenti e dei principi di prevenzione e di corretta gestione del cane contenuti nella futura ordinanza predisposta dal Sottosegretario Martini.
Ufficio Stampa ANMVI
Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
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