Non è più pensabile reclutare medici veterinari liberi professionisti che hanno perso la struttura o la casa, quando non entrambe, in condizioni di gratuità.
(Cremona, 16 aprile 2009) - L'Anmvi chiede al Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali un piano di sostegno economico e fondi espressamente destinati al ristabilimento delle attività veterinarie dei territori colpiti dal sisma, prevedendo azioni di medio termine anche per i proprietari in condizioni di emergenza economica e di precarietà socio-economica.
Con una lettera indirizzata al Ministro del Welfare Maurizio Sacconi e al Sottosegretario alla veterinaria Francesca Martini, l'Associazione Nazionale dei medici veterinari italiani suggerisce alcune misure temporanee, da sostenere con adeguate destinazioni di fondi straordinari, in vista di misure di ricostruzione e di consolidamento delle attività precedenti il sisma:
- riaffidare ai veterinari abruzzesi le attività professionali che competono loro; i veterinari abruzzesi devono essere inseriti nel circuito delle attività post-emergenza, sia nei confronti degli animali da compagnia che di quelli da reddito. Non servono più arrivi da altre zone d'Italia.
- attivare forme di convenzione per i veterinari liberi professionisti al servizio dell'emergenza, ai quali non si possono più chiedere interventi di volontariato gratuito, stante che si tratta di professionisti a loro volta in grave difficoltà e disagio avendo perso l'abitazione e la struttura veterinaria privata;
- rimborsare le cure veterinarie di base agli animali dei proprietari sfollati essendo gravemente compromesso il tessuto economico abruzzese;
I medici veterinari abruzzesi hanno avuto un ruolo attivo fin dalle prime emergenze di sanità animale causate dal sisma. In particolare i liberi professionisti aquilani sono stati determinanti nel pronto intervento e continuano ad essere indispensabili alle azioni di intervento coordinate dalla Protezione Civile.
Ma ora, superata la prima fase di emergenza, caratterizzata da interventi urgenti ed inevitabilmente estemporanei, sia necessario ricondurre le attività veterinarie nell'ambito di un piano di riorganizzazione coordinato e strutturato. L'improvvisazione scrive l'Anmvi- rischia di aprire falle di abusivismo, di interventi non controllati e non garantiti.
Il "volontariato veterinario"deve lasciare il posto all'esercizio della professione in condizioni di sostegno economico adeguato garanzie di qualità della prestazione, corretta gestione del farmaco veterinario da assicurarsi nella disponibilità e nell'impiego esclusivamente ad opera del medico veterinario.
E' infine necessario ripristinare un sistema di garanzia e di tracciabilità delle prestazioni e delle dispensazioni da erogare a fronte di stime ufficiali sulla popolazione animale e dei proprietari sfollati. Non è più pensabile reclutare medici veterinari liberi professionisti che hanno perso la struttura o la casa, quando non entrambe, in condizioni di gratuità.
Ufficio Stampa ANMVI
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