Anmvi: negli allevamenti nazionali i medici veterinari attuano elevati standard di biosicurezza e benessere animale
(Cremona, 27 aprile 2009) - In Italia non si parli di "emergenza", ma di "sorveglianza", il che rappresenta la normale reazione di un sistema sanitario efficiente. Tutte le iniziative che l'Italia sta assumendo, autonomamente o di concerto con le autorità nazionali, non sono altro che una risposta di prevenzione e non vanno interpretate, o strumentalizzate, come segnali d'allarme.
E' questa la raccomandazione dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani sui contagi da H1N1 oltreoceano, che aggiunge: gli allevamenti italiani di suini sono sottoposti a regolari controlli ufficiali ed alla sorveglianza sanitaria dei veterinari aziendali, in un contesto produttivo che conosce elevati standard di biosicurezza a favore della salute e del benessere animale. Gli stessi medici veterinari che operano negli allevamenti suinicoli, e che sono a contatto diretto con gli animali, mantengono le ordinarie misure di protezione e di igiene.
L'Italia è autosufficiente per quanto riguarda il consumo di carni e quelle nazionali sono e restano sicure.Rigorosi controlli veterinari vengono regolarmente svolti dai veterinari addetti ai controlli transfrontalieri. E, in tutti i casi, la carne non rappresenta un veicolo di trasmissione dell'influenza.
Ciò che si è verificato in Messico rappresenta un fatto parzialmente nuovo. Restano ancora da definire numerosi aspetti virologici, epidemiologici e clinici dell'epidemia in corso negli USA e in Messico. Secondo una dichiarazione dell'OIE (Organizzazione mondiale per la sanità animale (OIE) appena pubblicata, il virus A/H1N1 responsabile dei casi di influenza suina in Messico e negli Stati Uniti non è ancora stato isolato negli animali, quindi non è giustificata la definizione di "influenza suina". Sarebbe invece più normale, come in passato, chiamare l'attuale episodio epidemico "influenza nordamericana", sulla scorta dell'origine geografica.
Anche l'Oms ha assunto una posizione di prudenza inviando propri esperti nelle zone del contagio e dando un indicatore di allerta di livello medio-basso, pari a 3. Ciò basta a denotare una maggiore prudenza da parte delle autorità sanitarie mondiali rispetto a quella che abbiamo visto all'epoca dell'influenza aviaria.
Ufficio Stampa ANMVI
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