Veterinaria e patto taglia-costi
IL MINISTERO DELLA SALUTE NON SI TOCCA
L’ipotesi di “sacrificare” il Ministero della Salute non piace all’ANMVI: l’accorpamento è un cattivo segnale per i cittadini e per il sistema sanità.
(Cremona, 13 luglio 2007 )- E' arrivato oggi in Consiglio dei Ministri il Disegno di Legge per la riduzione dei costi della politica. Dalla prossima Legislatura, i ministeri scenderebbero dagli attuali 26 a 12, tornando alla Riforma Bassanini, quando Salute, Lavoro e Politiche Sociali furono accorpati.
“Il taglio dei costi della politica non può essere confuso con lo smantellamento delle istituzioni- commenta il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti– che dichiara la propria contrarietà ad una ipotesi di accorpamento della Salute, una ipotesi “che rischia di somigliare ad un declassamento della sanità del Paese in un momento in cui il Servizio Sanitario Nazionale soffre gravi carenze finanziarie e necessita di essere potenziato e ammodernato. Che ne sarebbe, in caso di accorpamento, della sanità pubblica veterinaria, della salute animale e della sicurezza alimentare, così determinante per la prevenzione sanitaria del nostro Paese? Dovremmo pensare che l’esperienza della BSE e dell’influenza aviaria non abbiano insegnato molto”. Secondo l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani si rischia di sacrificare alla deriva demagogica del taglio dei costi i diritti inalienabili del cittadino, fra cui il diritto alla salute e ad un sistema sanitario efficiente, adeguatamente finanziato, potenziato e ammodernato. "Dove esistono sprechi, enti inutili, privilegi e sovrastrutture che alimentano solo la macchina politica è necessario intervenire- conclude Scotti- ma non crediamo che fra questi rientri il Ministero della Salute. Nemmeno la Francia di Sarkozy, ammirata da più parti come un modello di leggerezza istituzionale, si è sognata di sacrificare questo dicastero”.
Ufficio Stampa ANMVI
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