Perché continuare a spendere per 20 database regionali invece di 1 solo?
A ventisette anni dalla Legge 281, che ha frammentato la demografia canina in tante anagrafi quante sono le Regioni, è tempo di pensare ad una sola anagrafe nazionale. Serve l’intervento del Parlamento.
(Cremona, 12 giugno 2018) – Da questo mese- utilizzando l’Anagrafe Nazionale degli Animali d’Affezione del Ministero della Salute- la Regione Sardegna concorre all’obiettivo della “tracciabilità totale in tempo reale. Utilizzando l’Anagrafe del Ministero della Salute (SINAAF-Sistema Informativo Nazionale dell’Anagrafe degli Animali d’Affezione) “la Regione Sardegna – dichiara il Presidente dell’ANMVI, Marco Melosi - ha fatto propri tutti i vantaggi derivanti dall’utilizzo di una banca dati centralizzata, che si possono riassumere nella formula “Tracciabilità totale in tempo reale”. La Sardegna- aggiunge- ha dato un esempio di cooperazione, efficientamento e di razionalizzazione della spesa pubblica”.
Vantaggi tecnologici- L’Anagrafe Nazionale degli Animali d’Affezione del Ministero della Salute si basa su funzionalità al passo con l’innovazione tecnologica e con un livello di evoluzione digitale sconosciuto all’epoca della Legge 281. Inoltre, supera gli anacronismi e le incompatibilità telematiche delle attuali anagrafi regionali, realizzate con criteri e tecnologie molto diverse fra di loro, non comunicanti, e disomogenee nella tipologia dei dati raccolti. Non da ultimo, il data base ministeriale permette interazioni e consultazioni utili anche agli operatori non istituzionali realizzando un servizio di pubblica utilità, fruibile anche dai cittadini (c.d. “software come servizio”).
Vantaggi economici- Un unico centro di spesa nazionale permette di abbattere i costi di realizzazione, di gestione e di manutenzione informatica oggi moltiplicati in tanti data base quante sono le amministrazioni regionali. “Appoggiarsi all’Anagrafe Nazionale del Ministero della Salute, ad esempio, annulla gli oneri (e i ritardi) di trasferimento dei dati anagrafici dal nodo regionale a quello nazionale: i dati regionali si rendono disponibili su scala nazionale in tempo reale”- dichiara Melosi. Lo snellimento delle operazioni gestionali si traduce in risparmi di spesa, mentre la disponibilità di dati aggiornati su scala nazionale permette una programmazione finanziaria coordinata e razionale nella lotta al randagismo.
Vantaggi amministrativi-Solo una demografia nazionale e aggiornata in tempo reale permette alle amministrazioni centrali e locali di realizzare quel coordinamento degli interventi di sanità pubblica, veterinaria e di tutela animale, oggi ostacolato dall’assenza di una precisa contabilità demografica degli animali d’affezione, di proprietà e non, presenti nel nostro Paese.
“E’ di tutta evidenza – secondo il Presidente dell’ANMVI- che una tracciabilità confinata al territorio regionale da un lato inficia il rintraccio degli animali di proprietà su scala nazionale, dall’altro impedisce anche un controllo puntuale (sanitario, economico e demografico) dei movimenti intra-regionali (cd staffette) di animali senza proprietario trasferiti in altre regioni per adozioni o per nuove allocazioni nei rifugi”.
Vantaggi per gli animali d’affezione- Non solo cani. L’Anagrafe Nazionale degli Animali d’Affezione risponde alla sensibilità e all’esigenza di una identificazione tracciabile estesa alle maggiori specie di animali da compagnia, il gatto e il furetto in particolare e in prospettiva anche altri pet.
Dalla legge 281 ad oggi, i regolamenti europei per le movimentazioni di animali d’affezione hanno avvalorato l’importanza sanitaria dell’identificazione anagrafica per una rintracciabilità in tempo reale su base geografica estesa, addirittura sovrannazionale. In questi giorni le istituzioni di Bruxelles sono tornate a discutere dell’opportunità di disporre di dati comunitari delle popolazioni di pet presenti e circolanti in Europa. L’Anagrafe Nazionale del Ministero della Salute consentirebbe all’Italia di presentarsi puntuale all’appuntamento.
Tutta colpa della 281? Secondo il Presidente Melosi “la Legge quadro 281/1991 sanciva fini giusti, ma l’affidamento della demografia animale alle anagrafi regionali, in ventisette anni, non ha permesso di approdare a un quadro nazionale della popolazione canina e quindi di sconfiggere il randagismo”. L’esperienza suggerisce di invertire il flusso dei dati: la Legge 281 prescriveva che ogni regione gestisse la propria anagrafe riversando poi i dati in un data base centrale; l’esempio della Sardegna suggerisce al contrario di partire da una sola Anagrafe centrale all’interno della quale possono agire le Regioni. “Perché questa inversione direzionale possa verificarsi serve una legge del Parlamento- spiega Melosi- una norma di rango primario che superi l’obsoleta e fallimentare Legge 281. Questo Parlamento si ponga la questione come una priorità”.
(*) LEGGE 14 agosto 1991, n. 281 - Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo
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