ANMVI: "selezione mirata" impossibile verso i contribuenti possessori di animali.
Spiegate alla Commissione redditometro del Ministero delle Politiche Agricole le ragioni del "no"
(Cremona, 2 febbraio 2012) - L'inclusione del cavallo e delle spese veterinarie fra gli indicatori del redditometro è un criterio aleatorio che colpirà a caso i contribuenti possessori di animali. O meglio colpirà i proprietari in regola e sarà un deterrente per la regolarizzazione anagrafica del possesso a norma di legge.
Ciò malgrado il dichiarato intento delle Entrate di operare una "selezione mirata dei soggetti da sottoporre a controllo sulla base dell'analisi del rischio effettuata per ciascuna macro-tipologia di contribuenti".
Permangono i dubbi dell'ANMVI sulla logica del Fisco nel considerare i cavalli che non svolgono attività lucrative e le cure veterinarie come indice di "capacità di spesa del contribuente". Ora l'Associazione si chiede anche quali siano i dati di riferimento delle Entrate per la "selezione mirata" e "l'analisi del rischio".
Gli accertamenti nei confronti dei proprietari di cavalli, ad esempio, hanno già rivelato di essere casuali e discriminatori, non solo perché non è stata definita dal Fisco la detenzione dell'equide, ma anche perché la banca dati anagrafica di riferimento è incompleta e non offre dati certi sulla popolazione equina nazionale. Nè l'Istat ha il dato delle famiglie proprietarie, un dato non rilevato dal censimento.
Il Fisco colpirà, discriminandoli, i proprietari in regola con gli obblighi anagrafici e possesso di animali a norma di legge. Le banche dati anagrafiche e sanitarie degli animali saranno usate a scopi fiscali, innescando l'equazione cure uguale ricchezza. Motivazioni che i medici veterinari dell'ANMVI e della SIVE (Società Italiana Veterinari per Equini) hanno spiegato alla Commissione redditometro attivata dal Ministero delle Politiche Agricole.
Ufficio Stampa ANMVI
Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
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