COMUNICATI STAMPA

I veterinari SIVAE: il Senato corregga la norma

LA RIFORMA DEL CONDOMINIO NON È UNA VERA CONQUISTA

DISCRIMINATI GLI ANIMALI "ESOTICI" DA COMPAGNIA

Per i veterinari esperti di medicina e comportamento degli animali esotici da compagnia la riforma del condominio "non è una vera conquista per gli animali e per i proprietari: terminologia impropria e ridicola che rende vietabile il criceto, ammissibile la capra".

(Cremona 1 ottobre 2012) - E' lodevole la norma che impedirà ai regolamenti condominiali di vietare la presenza di "animali domestici" negli appartamenti, ma suscita ilarità e disapprovazione nei veterinari esperti di animali esotici. Non si tratta, infatti, di una conquista né per gli animali né per milioni di famiglie che già oggi vivono con innocui (e silenziosi) criceti, pesci e rettili legalmente detenuti.

I medici veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- Federata ANMVI) dicono che "si è persa un'altra occasione per formulare una legge equa, realistica e rispettosa delle reali esigenze dei cittadini e degli animali stessi". Non si può dire che abbia vinto il principio "vietato vietare", perché molte comunissime specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate col dichiarato intento, del Legislatore e del Governo, di impedire la detenzione di animali "esotici" da compagnia. Che nell'immaginario comune sono "pericolosi".

E quel che è peggio è che per farlo si è fatto ricorso ad una terminologia priva di qualsiasi fondamento scientifico e giuridico.

"La definizione "domestico" - fanno notare i veterinari della SIVAE- non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l'uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall'ancestrale selvatico. In questo senso sono sì "domestici" il cane ed il gatto, ma lo sono anche l'asino e la capra che senz'altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento. Viceversa un criceto si è appena incamminato sulla strada della domesticazione e rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici: un furetto, che per tutti i non addetti ai lavori è "un animale selvatico che dovrebbe stare libero nei boschi" è invece un animale domestico a tutti gli effetti, con chiare differenze dovute a selezione artificiale rispetto all'ancestrale selvatico, la puzzola europea".

Il Legislatore associa l'aggettivo "esotico" - per retaggi culturali atavici- al concetto di "strano e sconveniente". Il pregiudizio è evidente nel banale esempio del serpente, riecheggiato in Aula per una biblica memoria che lo vuole "pericoloso". Il Parlamento non dovrebbe legiferare sulla base di luoghi comuni e di pregiudizi- dicono i SIVAE- ma dovrebbe affidarsi ad un maggiore rigore scientifico; se lo facesse saprebbe che il criceto non è domestico e che i serpenti possono essere detenuti legalmente senza presentare alcun rischio per la salute e la sicurezza pubblica".

Gli animali "esotici" da compagnia sono i meno frequentemente citati nelle controversie condominiali, perché silenziosi nella stragrande maggioranza dei casi, e privi di rischi per l'incolumità pubblica. Quasi mai, infine, si incontrano negli spazi condominiali comuni dove nascono molti litigi".

La SIVAE propone subito al Senato di cambiare la norma e di costituire delle commissioni di valutazione con l'ausilio tecnico di medici veterinari esperti in medicina e comportamento degli animali "esotici".

Ufficio Stampa ANMVI- Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

0372/40.35.47 - www.anmvi.it

Per informazioni: SIVAE - Società Italiana Veterinari per Animali Esotici (Federata ANMVI)

pdfCOMUNICATO STAMPA 1 OTTOBRE 2012