Nuovo appello ai Senatori della Commissione Giustizia
ANIMALI IN CONDOMINIO: CON DEFINIZIONE "DOMESTICI"
AUMENTERANNO I LITIGI E IL RISCHIO DI ABBANDONO
Tradito lo spirito della norma.
Le nuove norme del condominio dimenticano milioni di proprietari pesci, coniglietti, criceti e tartarughe.
(Cremona, 22 ottobre 2012) - I medici veterinari italiani tornano ad appellarsi ai Senatori della Commissione Giustizia: eliminare la definizione di "animali domestici" e ripristinare quella originaria di "animali da compagnia". E' l'unica definizione corretta.
Lo spirito della norma- ormai in sede deliberante- era di mettere fine al divieto di animali d'affezione nei Regolamenti condominiali, ma se non si correggerà la terminologia, milioni di esemplari, legalmente detenuti dalle famiglie italiane, rimarranno a rischio di discriminazione.
I medici veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- federata ANMVI) sono stati i primi a sollevare il problema, facendo notare come il termine "domestici" sia fuorviante e paradossale: è domestica la capra, ma non il criceto. Eppure fra i due è chiaro chi può stare dentro gli appartamenti condominiali.
Milioni di silenziosi e innocui animali d'affezione non sono tutelati e non sono al riparo dalle liti condominiali. E rischiano l'abbandono, un fenomeno con conseguenze importanti sulla tutela animale e sull'ambiente.
Ufficio Stampa ANMVI
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