COMUNICATI STAMPA

CROLLO DEI FINANZIAMENTI: FONDI PIU' CHE DIMEZZATI

Randagismo senza fondi e senza strategie. ANMVI: aprire al privato

E' serio e concreto il rischio di bloccare lo sviluppo della prevenzione veterinaria, se non saranno subito fatte entrare le strutture veterinarie private nella governance del sistema.

(Cremona, 22 novembre 2012) - Anche il triennio 2013-2015 vedrà ridursi drasticamente il finanziamento per interventi in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo. Il dettaglio, anno per anno, è contenuto nello Stato di Previsione finanziaria del Ministero della Salute. Dai 4 milioni di euro del 2010, la dotazione finanziaria annuale si è sensibilmente ridotta: 332mila euro nel 2013, 330mila nel 2014 e 325 mila nel 2015.

Date le prospettive di contenimento della spesa pubblica, sono due le strade indicate da ANMVI: (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani):

1) un piano nazionale uniforme che faccia perno sul Ministero della Salute come Autorità nazionale di indirizzo e di coordinamento- Urge una revisione delle attuali strategie, troppo decentrate e parcellizzate sul territorio con moltiplicazione degli interventi di spesa, soprattutto in alcune Regioni dove il fenomeno rappresenta un problema di incolumità pubblica e di rischio epidemiologico. Indispensabile, quindi, un piano nazionale di prevenzione e di contrasto del randagismo che faccia prioritariamente leva sulla sterilizzazione come forma di controllo anagrafico, epidemiologico ed economico della popolazione animale (cani e gatti) presenti sul territorio italiano, in particolare nei canili.

2) l'utilizzo delle risorse già disponibili nella rete delle strutture veterinarie private; Il contenimento economico a cui è sottoposta la sanità pubblica suggerisce di utilizzare le strutture veterinarie private autorizzate su tutto il territorio nazionale che, per capillarità e requisiti tecnologici e organizzativi, sono già in grado di erogare prestazioni essenziali di base. La pronta disponibilità della rete veterinaria privata consentirebbe di abbattere del tutto i costi di investimento strutturale che il SSN non è in grado di sopportare.

"L'ingresso della veterinaria privata nella governance pubblica sarebbe perfettamente coerente con il principio universalistico alla base del nostro sistema sanitario e con il ruolo di operatori di sanità pubblica veterinaria dei liberi professionisti- dichiara il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, che aggiunge: "Sarebbe anacronistico e irresponsabile continuare a pensare che il SSN - sempre meno finanziato- possa da solo far fronte ad una popolazione di 700 mila animali non proprietari (la stima è del Ministero della Salute) di fronte ad una emergenza che ha fatto anche vittime umane".

"Occorre dunque prendere atto del fallimento di questi venti anni- conclude Melosi- e riconoscere che il randagismo ha raggiunto livelli di inciviltà sanitaria, di elevato rischio epidemiologico, di incolumità pubblica e di sicurezza degli animali allevati, spesso vittime di attacchi predatori da parte di animali randagi, con risvolti economici sulle attività zootecniche".

Ufficio Stampa ANMVI
0372/40.35.47

pdfCOMUNICATO STAMPA 22 NOVEMBRE 2012