ANMVI: con IVA al 21% rischi sanitari per animali e famiglie
(Cremona, 10 giugno 2011) - L'ipotesi di aumento dell'IVA viene commentato con preoccupazione dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Sarebbe un duro colpo - dichiara Carlo Scootti, Presidente Senior dell'Associazione- per la sanità veterinaria del nostro Paese.
L'aumento dell'Imposta sul Valore Aggiunto - che già grava al 20% sulle prestazioni veterinarie- verrebbe caricato su quel 40% di famiglie italiane che vive con un animale da compagnia. Le conseguenze economiche sul bilancio familiare - aggiunge Scotti- si tradurrebbero presto in una contrazione della prevenzione veterinaria, proprio mentre in Italia è più alta l'esigenza di combattere le malattie trasmissibili come la leishmaniosi e zoonosi mortali come la rabbia.
Il semplice gesto della prevenzione- garanzia di sicurezza sanitaria per cani, gatti e persone- verrebbe ulteriormente scoraggiato - conclude Scotti- da un Fisco che si dimostra pericolosamente vessatorio nel considerare una prestazione sanitaria alla stregua dei consumi.
Ufficio Stampa ANMVI
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