COMUNICATI STAMPA

La libera professione dei veterinari del servizio sanitario nazionale non è equiparabile a quella dei medici.
Troppo potere decisionale ai sindacati e poche garanzie contro il conflitto di interessi

(Cremona, 3 novembre 2010) - La bozza di Intesa proposta dal Ministro Fazio alle Regioni sulla libera professione dei medici e dei veterinari del SSN non piace all'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI).

Anche se il documento insiste sui principi della non conflittualità con i compiti d'istituto e mette dei paletti all'intramoenia per evitare che le prestazioni a pagamento superino quelle istituzionali gratuite, l'ANMVI osserva che "non serviranno a rimuovere il peccato originale dell'apparentamento della veterinaria alla medicina umana".

Quali sono le liste d'attesa della veterinaria pubblica? Quali le prestazioni che i cittadini chiedono, a pagamento per giunta, alla veterinaria pubblica e che questa non è in grado di soddisfare nei tempi e nei luoghi deputati? Le ispezioni al macello? I controlli sul trasporto degli animali? Certamente no. La libera professione dei veterinari del servizio sanitario nazionale (un diritto, certo, ma così poco necessaria ...) viene utilizzata per fare prestazioni a pagamento sugli animali da compagnia, che non rientrano nei compiti istituzionali.

Per l'ANMVI, nella bozza di Intesa ci sono altre anomalie: da un lato, l'esercizio dell'attività libero-professionale è disciplinata in accordo con le organizzazioni sindacali, dall'altro queste stesse organizzazioni sono presenti negli organismi (paritetici) che devono verificare che non insorga un conflitto di interessi, che non si creino situazioni di concorrenza sleale e quindi concorrere a definire le eventuali relative misure sanzionatone. La definizione delle tariffe, poi, è affidata ai dirigenti interessati, previo accordo in sede di contrattazione collettiva integrativa.

Si poteva addirittura convocare i sindacati e dir loro "fate voi"- è il commento dell'ANMVI- Si ammette una vera e propria seconda vita per il dirigente SSN che, tolto il camice della Asl, si presenterà sul mercato delle prestazioni veterinarie in forme inevitabilmente sleali, a tariffe non concorrenziali per i veri liberi professionisti e forte di un peso tale presso l'utenza da porsi in posizione dominante e perciò stesso scorretta. Cose già viste, ma intollerabili.

Ufficio Stampa ANMVI
0372/40.35.47

pdfCOMUNICATO STAMPA 03 NOVEMBRE 2010