La TV, pubblica e privata, non ricorre abbastanza ai medici veterinari. Mancano le regole per un impiego consapevole degli animali nelle pubblicità e nello spettacolo.
Anche la disinformazione può generare maltrattamento animale.
(Cremona, 18 febbraio 2009) - Animali in TV più tutelati se accompagnati dai professionisti della loro salute. E più tutelato anche il pubblico se l’informazione si fonda su conoscenze specialistiche, autorevoli ed attendibili.
Anche senza arrivare ad estremi penali non è difficile rendersi conto che il servizio televisivo, pubblico e privato, fatte poche eccezioni, non è sempre all’altezza dei suoi fini di intrattenimento di educazione quando fa uso di animali o si occupa di loro”. Carlo Scotti dell’ANMVI interviene sui presunti casi di maltrattamento animale in Tv per chiedere che gli animali siano tutelati assicurando loro consulenza e assistenza medico-veterinaria.
“In alcuni casi spiega Scotti- anche forme di impiego di animali con i quali si ritiene di avere familiarità, come i cani, agli occhi di un medico veterinario risultano sbagliati o lesivi del benessere dell’animale. E spesso la sensibilità generale non avverte questi utilizzi come dannosi o diseducativi. Questo accade perché la TV e i media non fanno abbastanza ricorso alla consulenza e all’assistenza medico-veterinaria, dietro le quinte e in scena”.
“Non c’è solo il rischio di maltrattamento degli animali che stanno in TV, ma anche per quelli che stanno nelle case degli spettatori” prosegue Carlo Scotti “non bisogna far passare messaggi sbagliati dagli schermi televisivi e dai media in generale: il rischio di maltrattamento si insinua anche nella disinformazione sugli animali che pervade, spiace dirlo, buona parte delle trasmissioni televisive, anche di quelle che si danno pretese scientifiche”.
“D’altra parte conclude Scotti- non esiste una regolamentazione nel nostro Paese che disciplini l’utilizzo di animali nelle pubblicità e negli spettacoli. E non esiste nemmeno una norma che preveda il ricorso da parte delle televisioni alla competenza medico-veterinaria: troppe volte si fa ricorso a figure che non hanno alcuna cognizione di salute e benessere animale. Ad un medico veterinario sono invece evidenti casi di disinformazione sulla salute e sul benessere degli animali, errori di comunicazione al grande pubblico che non sono meno gravi”.
L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ricorda le Linee Guida per la Tutela degli Animali in TV presentate alla RAI dalla LAV nel 2007. In quel documento, si impegnava il servizio pubblico a garantire che la presenza di animali in TV sia finalizzata alla sensibilizzazione, al rispetto e alla conoscenza delle specie e a dare importanza alla promozione del rispetto degli animali e alle le professioni legate agli animali come quelle dei medici-veterinari. Uno dei punti qualificanti del documento era anche la creazione di una Commissione per la tutela degli animali presso l’Autorità Garante delle Comunicazioni con la partecipazione fra gli altri esperti di medici veterinari”.
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