Mancano norme nazionali sulla gestione degli animali nelle pensioni
Il “bonus dog” per lasciare il cane in pensione non responsabilizza il proprietario e non si pone il problema del benessere dell’animale “parcheggiato”.
(Cremona 27 giugno 2008) - Il bonus dog proposto dal deputato di maggioranza Giampiero Catone (PDL) muove da intenti lodevoli, ma approda a lidi rischiosi. L’idea di un bonus fiscale da 250 euro per evitare ai proprietari la tentazione dell’abbandono non piace all’ANMVI l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani.
L’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani- che ha attivato un’apposita Commissione per la predisposizione di Linee Guida relative alla corretta e certificata gestione delle pensioni per animali - ricorda che ad oggi non ci sono norme di legge a garanzia della salute e del benessere degli animali ospitati in questi ambienti. Una prima stesura delle Linee guida per la cura e il benessere degli animali nelle pensioni private realizzate dall’ANMVI sarà presentata al più presto alle associazioni di categoria per una verifica in campo e alle autorità competenti per il necessario riconoscimento.
“Siamo aperti al confronto con gli operatori interessati- dichiara Laura Torriani- presidente della Commissione Pensioni dell’ANMVI- perché crediamo che vadano incoraggiati i buoni esempi che ci sono e che da questi si debba partire per una regolamentazione nazionale. Occorrono più garanzie sui cosiddetti centri specializzati oggi di fatto né censiti né normati e monitorati adeguatamente. Ci sono senza dubbio realtà professionali, specie laddove è garantita la presenza di un medico veterinario, ma tutto è lasciato alla buona volontà e non è sempre facile per il proprietario affidarsi a strutture affidabili”.
L’Associazione è critica anche nei confronti delle finalità educative del provvedimento e di proposte eccessivamente "supportanti" anziché volte a responsabilizzare il proprietario. E’ infatti un dato assodato che chi abbandona non lo fa per scarsi mezzi finanziari o perché banalmente non trova l’hotel disposto ad ospitare gli animali. Chi delinque non ha maturato nei confronti dell’animale sentimenti di affetto e di responsabilità e non ha la profonda cognizione del reato penale che commette. Nei loro confronti non ci sono bonus fiscali che tengono. “Le ragioni dell’abbandono sono molteplici- spiega Laura Torriani- ma quella fondamentale è che l'uomo non è riuscito a instaurare un corretto rapporto emotivo e "operativo" con un animale, per cui ad un certo punto si interrompe unilateralmente e molto facilmente la convivenza mediante l'abbandono per strada, in canili o legato fuori da un supermercato o da un ambulatorio veterinario. In sostanza, pur osservando con approvazione tutto quello che scoraggia l'abbandono, non va però dimenticato che chi tiene veramente al proprio animale non lo abbandonerà per nessun motivo, nè economico nè utilitaristico”.
Ufficio Stampa ANMVI
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