Nel condannare ogni illegalità, la SIVAR (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito, federata ANMVI) chiede a tutti i sostenitori del documento per la prevenzione degli illeciti di rilanciarlo nelle competenti sedi ministeriali con rinnovata urgenza.
(Cremona, 15 novembre 2011) - Torna lo scandalo delle "vacche a terra", animali trasportati in violazione del Regolamento 1/2005 sulla protezione degli animali al trasporto e sottoposti a sofferenze inutili e crudeli. Un fenomeno di difficile quantificazione, ma che non recede e che nel tempo è solo diventato più oscuro e sommerso.
Lo dimostra il servizio mandato in onda ieri sera da Striscia la Notizia per un caso di animali non deambulanti trasportati, in violazione di legge, nel vicentino. Un episodio che rivela illegalità diffuse, a tutti i livelli della filiera, per animali certificati con "possibile lesione muscolare", anziché non idonei al trasporto.
Da quando SIVAR, aggregando tutte le forze a sostegno della legalità, aveva formalmente proposto una soluzione ai Ministeri della salute e delle Politiche Agricole, il problema degli animali non trasportabili non è stato affrontato adottando, come proposto ufficialmente, l'eutanasia come una prassi gestionale codificata, eseguita dal medico veterinario, utile a prevenire i reati di maltrattamento e rispondente ad esigenze di bonifica sanitaria, sicurezza alimentare di evidente interesse collettivo.
Sul Documento-proposta della Sivar, sottoscritto all'epoca da Anmvi, Aivemp, Fnovi, Lav e Animals'Angels, c'era subito stato l'apprezzamento del Ministero della Salute che aveva sensibilizzato il Ministero delle Politiche Agricole per individuare specifici finanziamenti e indennizzi e supportare l'onere economico della prestazione veterinaria e dello smaltimento della carcassa. Anche le Facoltà di Medicina Veterinaria avevano valutato favorevolmente la soluzione proposta dal documento SIVAR suggerendo considerazioni per la didattica universitaria.
Nel condannare ogni illegalità, i veterinari buiatri della SIVAR chiedono a tutti i sostenitori del documento per la prevenzione degli illeciti di rilanciarlo nelle competenti sedi ministeriali con rinnovata urgenza.
Ufficio Stampa ANMVI
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