(Cremona 4 giugno 2007) - Il Tribunale Amministrativo del Lazio, accogliendo il ricorso dell’ANMVI, ha annullato il decreto del Ministero dell’Università 3 settembre 2003 con il quale l’allora Ministro Letizia Moratti autorizzava l’istituzione del corso di laurea in medicina veterinaria presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.
La sentenza dei giudici del TAR (n. 4868/2007) accoglie tutte le censure dell'Associazione ricorrente nei confronti del provvedimento ministeriale e riconosce piena legittimazione dell’ANMVI ad agire in sede giurisdizionale.
La sentenza del TAR del Lazio contro Catanzaro è una sentenza storica”. Questo il commento a caldo del Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti, dopo la bocciatura da parte del Tribunale Amministrativo del decreto ministeriale 3 settembre 2003. Secondo il Presidente dell’Associazione, che aveva presentato ricorso difesa e rappresentata dal proprio legale, Avv. Maria Teresa Semeraro, la sentenza è “molto importante sotto molteplici profili, ma sono almeno due i punti da sottolineare: innanzitutto, per la prima volta l’istituzione accademica viene raggiunta da un segnale tanto forte, che ci auguriamo rappresenti un precedente giuridicamente rilevante; in secondo luogo, con questa sentenza viene legittimata l’ANMVI ad agire in giudizio in nome e per conto della Categoria”.
Le violazioni di legge
Il corso di laurea in medicina veterinaria attivato presso l’interateneo di Catanzaro “risultava al di fuori del numero già programmato di posti disponibili, non teneva conto delle previsioni e delle indicazioni negative tanto del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, quanto della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina Veterinaria”.
Nell’atto del TAR si legge che “nel decreto non vi è traccia di alcuna valutazione operata “a livello nazionale”, né “della valutazione dell’offerta potenziale del sistema universitario” e della valutazione “del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo.” Ed anche che “il decreto ministeriale impugnato attiva un corso di laurea specialistico senza prevedere la copertura di spesa a carico del Ministero e/o dell’Università di Catanzaro”.
Non solo, il Ministero dell’Università ha agito da solo e “ senza alcun concerto con gli altri Ministeri competenti, in primis il Ministero della Salute. Il decreto impugnato, quindi, “non ha osservato il procedimento previsto dall’art. 2 del d.p.r. n. 25 del 1998 - che disciplina la “programmazione del sistema universitario” e quindi l’istituzione di nuovi corsi e facoltà nell’ambito del quale è previsto l’intervento obbligatorio di organi tecnici e politici che devono esprimersi in merito”.
Il TAR del Lazio non trascura nemmeno altre violazioni: “ il Ministero ha “ripescato” un parere reso dal C.U.N. (ora C.N.V.S.U.) nel 2001 nell’ambito di un altro procedimento conclusosi con un diniego di approvazione dello stesso Ministero. E malgrado questo parere negativo, il Ministro dell’Università ha firmato il decreto limitandosi a “ citare il parere reso dal C.N.V.S.U. trasmesso il 25 luglio 2003, senza svolgervi alcuna considerazione e lasciando intendere che si tratti di parere favorevole. In realtà, le molteplici e complesse valutazioni operate dall' allora menzionato organismo sono tutte di segno negativo e se pure quest’ultimo ha enunciato una serie di condizioni essenziali per l’avviamento del corso specialistico in questione, avrebbero dovuto fornirsi precise garanzie per la realizzazione di dette condizioni.
I giudici del TAR hanno infine riconosciuto la piena legittimazione per l'ANMVI ad agire in giudizio, sulla base delle disposizioni statutarie che la impegnano in favore della Categoria. L'Associazione è stata rappresentata e difesa dal proprio legale, Avv. Maria Teresa Semeraro. Nel ricorso è intervenuta ad adiuvandum la FNOVI, rappresentata e difesa dall'avv. Paolo de Camelis. Ufficio Stampa ANMVI
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