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Dal Nord al Sud, le cronache nazionali registrano una escalation di aggressioni canine. ANMVI: serve una vera legge, oggi non sono tutelati né i cani né l’incolumità pubblica. Dal 2017 la gestione del fenomeno è un LEA. Ma è fuori controllo. Colangeli (Vicepresidente): pronti a presentare le nostre proposte legislative ai parlamentari interessati ad affrontare il problema.
Proposte dall’ANMVI per una legge del Parlamento che disciplini per via legislativa ordinaria le aggressioni canine. Il fenomeno, malgrado ricada nei Livelli Essenziali di Assistenza (DPR 12 gennaio 2017 - Livello D10 -Salute Animale e Igiene Urbana Veterinaria) risulta privo di governance e di finanziamenti.
“La prevenzione e la tutela dell’incolumità pubblica sono ancora affidate ad una ordinanza ministeriale e non ad un provvedimento legislativo ordinario- dichiara Raimondo Colangeli, Vicepresidente ANMVI (Settore Medicina Veterinaria Comportamentale)- per questo abbiamo elaborato una proposta di legge, che siamo pronti a condividere con i parlamentari disponibili a rivedere l’attuale assetto normativo, a cominciare dalle parlamentari veterinarieDoriana Sarli,Rosellina Sbrana e Caterina Biti”.
I Medici Veterinari, pubblici e privati, “possono migliorare le proprie azioni di intervento, secondo le loro diverse competenze professionali- afferma Colangeli- ma tutto ciò richiede un radicale ripensamento operativo, legislativo e finanziario”.
A fronte del ripetersi di episodi, anche drammaticamente gravi, di aggressioni canine, le norme vigenti non risultano efficaci a prevenire (educazione/patentino) né a gestire il fenomeno (interventi sanitari e veterinari sulle persone e sui cani aggressori-aggrediti, tracciabilità dei casi, statistiche di monitoraggio, misure sanzionatorie).
In Italia non esiste una epidemiologia ufficiale e sistematica delle morsicature e delle aggressioni canine, né ai danni delle persone né di altri cani. Ciononostante, Il controllo delle morsicature e delle aggressioni da cani è stato inserito nei LEA senza che risultino evidenze di finanziamento (spesa pubblica) fondata su dati e programmazione.
“Il problema si verifica tanto nei luoghi pubblici che in ambito domestico, da parte di randagi come di cani di proprietà. Ne pagano il prezzo tutti, i cittadini e anche i cani- afferma Colangeli- spesso abbattuti o rinchiusi a vita. Al contrario una efficace educazione al corretto binomio “persona-cane” potrebbe prevenire il verificarsi di fatti drammatici e costosi sotto tutti i punti di vista".
"Da Medici Veterinari- conclude il Vicepresidente Colangeli- possiamo rifondare la relazione con i cani, su evidenze scientifiche e di medicina veterinaria comportamentale che hanno ormai acclarato che il problema non sono le razze canine e che le soluzioni sono tutte affidate all’intervento umano”.
Le proposte legislative sono state elaborate da un Gruppo di Lavoro Coordinato dal Vicepresidente Colangeli ad ottobre del 2017. I lavori del Gruppo sono terminati a febbraio del 2018 e sono stati presentati ai dirigenti regionali di ANMVI e alla FNOVI durante il congresso SCIVAC di Rimini dello scorso maggio. Il documento viene ora proposto ai soggetti professionali interessati e istituzionali di competenza.
Composizione del Gruppo: dott. RaimondoColangeli (Coordinatore), Vicepresidente Anmvi -settore medicina comportamentale; dott. Bartolomeo Griglio (Vicepresidente Anmvi- medicina pubblica); dott. Francesco Orifici (Revisore ANMVI, membro non comportamentalista); dott. Simonetta Mattivi, membro comportamentalista; dott. Franco Fassola (Presidente AIRS- Associazione Istruttori Riabilitatori Sisca).