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calcolatrice orANMVI ha scritto a Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, appoggiando la proposta di introdurre i parametri tariffari e chiedendo di estenderla ai Medici Veterinari liberi professionisti. Apprezzate anche le proposte di semplificazione delle norme sulla sicurezza che gravano sulle attività professionali.

Prosegue questa settimana, in 11° Commissione, la discussione sul Jobs Act -Lavoro Autonomo (DDL 2233), con la presentazione di ulteriori subemendamenti. Sul disegno di legge, ANMVI ha inviato una nota di osservazioni, appoggiando in particolare alcune proposte di modifica volte a dare maggiori garanzie e vantaggi all'attività professionale dei Medici Veterinari.

La nota è indirizzata al Presidente di Commissione, nonchè Relatore del Disegno di Legge, Sen Maurizio Sacconi, e ai membri della Commissione.

I PARAMETRI TARIFFARI

Alcuni emendamenti all'articolo 3 del DDL intervengono sulle norme del Codice Civile che riguardano i compensi del professionista. In particolare, più di un Senatore  propone di rendere "nullo qualsiasi patto nel quale il compenso sia manifestamente sproporzionato all'opera prestata, intendendo per "manifestamente sproporzionata" la pattuizione di un compenso inferiore rispetto ai parametri ministeriali applicabili alle professioni regolamentate nel sistema ordinistico" oppure ai parametri applicati "nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale". 

Riformulazione e scopi dell'emendamento parametri- ANMVI ha suggerito di riformulare le proposte emendative di modo da non alterare l'impianto liberalizzatore avviato dieci anni fa dall'Antitrust, proprio cominciando dalla professione veterinaria, la prima professione che abolì i minimi tariffari, a seguito di una istruttoria per violazione della concorrenza. Al contrario, fa notare l'ANMVI, gli emendamenti dovrebbero recuperare quei parametri tariffari- perfettamente coerenti con le ulteriori spinte liberalizzatrici (Legge 27/2012) del Governo Monti- previsti da una delega legislativa che allora venne lasciata scadere: l'articolo 9 della Legge 27/2012 stabiliva infatti che il Ministero vigilante (Salute nel caso delle professioni sanitarie) decretasse entro 120 giorni i parametri tariffari a cui fare riferimento in caso di liquidazione davanti al Giudice. Quei 120 giorni trascorsero inutilmente per la professione Veterinaria, mentre altre professioni (es. forensi e ingegneri) non solo li ottennero per risolvere i conflitti con i clienti in sede giudiziale, ma li agganciarono al Codice degli Appalti: i parametri tariffari valgono come riferimento per le Pubbliche Amministrazioni che 'appaltano' prestazioni libero-professionali.

E' a questo doppio scopo che- secondo ANMVI dovrebbero servire il recupero di quella delega: emanare con decreto del Ministero della Salute i parametri tariffari della professione veterinaria, validi sia in sede giudiziale che in caso di conferimento di incarico da parte della Pubblica Amministrazione a Medici Veterinari Liberi professionisti.

L'Antitrust stia tranquilla- Non si tratterebbe di reintrodurre le tariffe professionali- abolite dieci anni fa dalla Legge Bersani- ma di consentire che in sede di liquidazione giudiziale dei compensi e di dare alla Pubblica Amministrazione un parametro ogni volta che si 'appaltano' prestazioni medico veterinari, specie per l'erogazione di prestazioni di rilevanza pubblica (es. randagismo), evitando il ricorso a gare al ribasso e forme di 'reclutamento' non trasparenti e prive di garanzie per l'utente. In altre parole, mentre le prestazioni medico veterinarie sul libero mercato dei servizi, concordate fra soggetti privati, continuano ad essere liberamente determinate fra Medico Veterinario e Cliente, le prestazioni medico veterinarie di cui si avvale l'autorità pubblica (Giudice/Ente-Amministrazione Pubblica) devono basarsi su un parametro tariffario giuridicamente noto.

Il parametro tariffario di riferimento altro non sarebbe che il già predisposto Studio indicativo in materia di compensi professionali del medico veterinario.

SEMPLIFICAZIONI

ANMVI sostiene anche l'emendamento del Relatore Sacconi che delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi "per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori applicabili agli studi professionali". Intendendo per 'studi professionali' le attività professionali esercitate in una struttura di lavoro privata, ANMVI ha fatto presente l'opportunità di alleggerire il carico di incombenze derivanti dall'applicazione del Testo Unico 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro, sia in termini economici e burocratici sia di maggiore proporzionalità rispetto alle effettive condizioni di rischio di incidente sul lavoro.

IRAP e DEDUCIBILITA' DELLE SPESE CONGRESSUALI

Nella sua nota alla Commissione, ANMVI sottolinea l'urgenza di dare una definizione di 'autonoma organizzazione' ai fini impositivi IRAP: l'incertezza del presupposto impositivo ha determinato un lungo contenzioso giudiziario, sfociato in numerose sentenze di Cassazione delle quali tenere conto per consolidare le fattispecie di esclusione dall'Imposta.
Quanto alla deducibilità integrale delle spese di iscrizione a corsi/congressi ed eventi di aggiornamento permanente, ANMVI ha espresso condivisione, salvo mantenere - pur nei limiti di un congruo tetto di deducibilità - le attuali previsioni del Testo Unico delle Imposte che riconosce il beneficio fiscale anche ai costi sostenuti per spese e alloggio.

PRESUNZIONE DI SUBORDINAZIONE

Al Relatore Maurizio Sacconi, notoriamente esperto di giuslavoro, ANMVI ha infine raccomandato la salvaguardia delle norme Fornero che hanno escluso i liberi professionisti iscritti agli Ordini dal sospetto di 'subordinazione mascherata', esentandoli da una serie di 'presunzioni' che porterebbero all'instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato, snaturando la fattispecie libero-professionale dell'esercizio.

 

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