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Continua a nocavalla e puledro in corsan essere disponibile in Italia il prodotto immunologico per la prevenzione della Rinopolmonite e dell’aborto enzootico negli equini (EHV-1 e EHV-4). A tutt’oggi non sono superati i problemi di produzione dell’antigene da parte dei laboratori europei, aggravando l'esercizio professionale degli ippiatri.
In una nota indirizzata alla Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, ANMVI e SIVE osservano che "il ricorso all’importazione individuale, assicurato dal Decreto Legislativo 196/2006, risulta insufficiente e inefficace stante le proporzioni del problema, le quali suggeriscono una azione di carattere generale nazionale".Per questo, Andrea Brignolo (Vicepresidente ANMVI con delega al settore equidi) e Barbara Riccio (Presidente SIVE), chiedono "un interessamento diretto del Ministero della Salute verso una problematica che ha assunto caratteri d’urgenza, stante la disponibilità dell’industria farmaceutica nazionale ad assicurare il ripristino della regolare distribuzione in territorio nazionale".La Rinopolmonite equina e soprattutto l'aborto enzootico, malattie infettive da Herpesvirus (EHV1-EHV4) "rappresentano un problema rilevante sotto il profilo sanitario e della tutela del patrimonio equino" fanno notare ANMVI e SIVE. La vaccinazione - proseguono- "è stata ampiamente utilizzata in questi anni e si è dimostrata molto efficace nella prevenzione dell'aborto enzootico; la situazione è rimasta sostanzialmente sotto controllo negli ultimi 12 mesi, ma riteniamo che il perdurare della mancata disponibilità del vaccino esponga le fattrici a seri rischi di salute e di benessere".Attualmente, "esistono dei vaccini in commercio che vengono somministrati soprattutto alle fattrici gravide per scongiurare l’evento aborto, ma l’immunità che deriva dalla vaccinazione è di breve durata e protegge dalle manifestazioni cliniche di malattia ma non dall’infezione o dalla riattivazione della latenza, per questo motivo è possibile evidenziare episodi clinici anche in allevamenti dove non c’è movimentazione di animali che veicolano il virus. Questi aspetti assumono un ruolo fondamentale dal punto di vista epidemiologico".La Società scientifica SIVE ritiene che, "con la fine di una nuova stagione di monta e l'esigenza di vaccinare le fattrici gravide, ci sia un serio rischio di aborti se non sarà ripresa la vaccinazione con la regolare prassi, con possibile ulteriore danno economico al settore ippico già sofferente da tempo e rischi epidemiologici non secondari".La nota conclude ribadendo l'esigenza che "il Ministero della Salute faciliti ogni azione utile a consentire l’importazione organizzata di lotti ancora disponibili al di fuori del territorio nazionale., auspicando una informativa generale al settore".
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L'EHV-1 e l'EHV-4 sono herpesvirus equini strettamente correlati in grado di provocare malattie respiratorie, aborto e malattie neurologiche mediante un'infezione dormiente che dura tutta la vita e che può riattivarsi improvvisamente e provocare un nuovo rilascio di virus. Come l'EHV-4, anche l'EHV-1 è in grado di causare sintomi respiratori, ma questo virus è noto per la sua maggiore capacità di provocare aborti e una malattia di tipo neurologico. E’ stato stimato che più del 90% dei cavalli si infetta nei primi due anni di vita e in seguito all’infezione primaria il virus va in latenza (tessuti nervosi, linfoidi e linfociti circolanti) per tutta la vita degli animali e fenomeni stressanti (sovraffollamento, trasporti, malattie intercorrenti, trattamenti con cortisonici, part) possono riattivare e portare all’eliminazione del virus generalmente in assenza di una sintomatologia clinica evidente.Herpesvirus degli equini: almeno due mesi per il vaccino

 

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