COMUNICATI STAMPA

Diffuso problema culturale. Il rapporto fra i cani di famiglia e la prima infanzia non va sottovalutato.

(Cremona, 25 settembre 2014) - Ancora una volta un cane che si dice non abbia mai dato segni di squilibrio, ancora una volta un cane di famiglia che aggredisce, ancora una volta un infante e un animale di grossa taglia da soli.

"Lo scenario di Fiano Romano - è il commento dell'ANMVI - appare, dai resoconti d'agenzia, come un tragico copione che ripropone in tutta la sua drammaticità l'assenza di elementari nozioni di prevenzione del rischio".

Con piena solidarietà e vicinanza umana alla famiglia e senza colpevolizzazione alcuna, ANMVI osserva che non si è ancora affermata la cultura del possesso responsabile, lasciando che il rapporto uomo-cane rimanga affidato ad un fideistico spontaneismo".

Malgrado l'impegno di tanti Medici Veterinari, nelle scuole, negli ospedali e nei più diversi contesti socio-culturali, sono ancora troppe le Amministrazioni che non supportano le attività di educazione e prevenzione delle aggressioni, malgrado i corsi siano previsti per legge, con il cosiddetto 'patentino' per i proprietari.

E' invece fondamentale conoscere il cane in relazione all'ambiente socio-familiare in cui vive, educarsi reciprocamente al rapporto, considerando il contesto privato-domestico dove sono sempre più diffusi incidenti spesso legati ad errori d'approccio socio-familiare e comportamentale. Un tale contesto può essere gravido di rischi, facilmente superabili con la diffusione di elementi di educazione di base suggeriti dalla più avanzata medicina comportamentale veterinaria.

Ufficio Stampa ANMVI
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