Randagismo e aggressioni canine fuori controllo

ANMVI CHIEDE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA

Responsabilità da accertare. Ignorata anche la Convenzione Europea

(Cremona, 22 aprile 2012) - In seguito al ripetersi di drammatici episodi di aggressione- anche mortali- da parte di cani randagi e di cani sfuggiti al controllo del proprietario, l’ANMVI chiede ai Presidenti della Camera e del Senato l’istituzione di una Commissione d’inchiesta.

“E’ urgente- dichiara Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- applicare l’articolo 82 della Costituzione per accertare le responsabilità istituzionali e amministrative di un fenomeno, che costa ingenti risorse pubbliche ed è degenerato in grave rischio per la tutela dell’incolumità pubblica, per la sanità pubblica e per il patrimonio zootecnico”.

In questo contesto di responsabilità, la Commissione d’inchiesta dovrebbe anche evidenziare che i piani di intervento sanitario prospettati, in sedi pubbliche e istituzionali, dalle strutture veterinarie private sono stati sistematicamente ignorati.

“Non è mai stato varato un piano nazionale urgente di contenimento del randagismo come quello da noi proposto- dichiara il Presidente dell’ANMVI- che facesse leva sulla sterilizzazione, anche degli animali di proprietà, e sull’incentivazione delle adozioni. Si è preferito perpetuare la moltiplicazione dei randagi e il perverso meccanismo di finanziamento che lo sorregge”.

Il nostro Paese non è in regola nemmeno con l’Europa: “La Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia – conclude Melosi- contiene norme precise per la riduzione dei randagi e la responsabilizzazione dei proprietari”.

L’ANMVI conclude sottolineando anche la condizione di vacatio legis del nostro Paese, che non dispone più di norme specifiche per la tutela dell’incolumità pubblica e di prevenzione delle aggressioni canine.

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pdfCOMUNICATO STAMPA 22 APRILE 2012