(Cremona, 17 aprile 2007)- La petizione al presidente della Repubblica On Giorgio Napolitano, promossa dall’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) contro la proliferazione di sedi universitarie, è stata ufficialmente consegnata ieri pomeriggio al Quirinale.

Il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti ha consegnato le firme di 3.347 medici veterinari, come attestate da documentazione notarile, al Segretario generale e Consigliere di Stato Dott. Donato Marra, al quale sono state illustrate le ragioni dell’iniziativa.

Per l’ANMVI erano presenti anche il Vice Presidente Giancarlo Belluzzi e il Direttore Generale Antonio Manfredi.

La petizione, che si è chiusa il 6 aprile scorso, vuole significare la condivisione dei Medici Veterinari sottoscrittori delle parole del Capo dello Stato: “la proliferazione delle sedi universitarie è un fenomeno preoccupante e da verificare.” L’Associazione si è formalmente appellata alla massima autorità di garanzia della Costituzione Italiana “affinchè siano ristabiliti i diritti costituzionali allo studio e al lavoro”.

"La Costituzione Italiana - si legge nella petizione - garantisce, infatti, tanto il diritto alla “formazione” e alla “elevazione professionale” quanto il “diritto al lavoro”, ma l’attuale panorama accademico nazionale- caratterizzato da gravi anomalie e distorsioni - non si presta a garantire un’adeguata offerta formativa e concreti sbocchi occupazionali ai laureati in medicina veterinaria".

Le cause individuate dall’ANMVI sono da ricondurre a:

1.proliferazione dei corsi di laurea in medicina veterinaria ( n.14 corsi di laurea attivati, al di sopra della media europea)

2. esubero di laureati in medicina veterinaria ( +17,9% negli ultimi 5 anni)

3.programmazione del numero di posti a medicina veterinaria errata in eccesso ( n. 1415 posti per l’a/a 2005/2006 non corrispondono al reale fabbisogno di mercato)

4.carenze nell’orientamento agli studi universitari -(ben 4626 candidati ai test di ammissione a medicina veterinaria per l’a.a. 2006/2007)

5.diffusa inosservanza negli Atenei degli standard didattici indicati dalla UE ( solo 3 facoltà su 14 hanno conseguito il riconoscimento EAEVE)

6. anacronismi nella definizione delle materie di insegnamento accademico

7. moltiplicazione di corsi di laurea “breve” (n. 48) per profili professionali fittizi

8.contrazione degli spazi occupazionali nel settore medico-veterinario

9.insufficiente domanda sociale di prestazioni medico – veterinarie

10.scarsa considerazione pubblica delle competenze medico – veterinarie

11.-Inadeguata competitività della professione veterinaria su scala europea.

Ufficio Stampa ANMVI

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pdfCOMUNICATO STAMPA 17 APRILE 2007