copertina etametaIl medico veterinario per animali da compagnia in Italia è di sesso maschile, ha un'età media di 45 anni e svolge la professione in ambulatorio come titolare unico. La sua struttura è ubicata nel Nord Italia (62,6% delle strutture veterinarie private), in un comune con oltre 100.000 abitanti ( il 62%), indifferentemente collocata in centro o in periferia. Si aggiorna con regolarità e ricorre a internet per l'informazione professionale. Ha un reddito medio di 14.850 euro. Non ha personale dipendente (89,3%) e ha un'anzianità professionale media di 14 anni.

Ma il futuro prossimo venturo è destinato a cambiare: la professione sarà al femminile, gli sbocchi occupazionali sempre più contratti, i neo laureati spropositatamente superiori al fabbisogno occupazionale e il mercato delle prestazioni veterinarie al collasso.
Tutto questo richiede fin da ora un'urgente inversione di tendenza nella politica universitaria nazionale, un rilancio della competitività professionale e la valorizzazione di spazi occupazionali veterinari alternativi al settore degli animali da compagnia. Sono questi alcuni dei dati e delle elaborazioni che emergono dall'indagine commissionata da ANMVI a ETAMETA, " Le strutture Veterinarie private per animali da compagnia", che verrà presentata alla stampa e al settore venerdì 6 maggio 2005, a BolognaFiera in occasione di Zoomark International.

Il campione, sondato nel febbraio 2005 attraverso 402 questionari telefonici, è rappresentativo dell'intera Penisola. "La situazione è ormai paradossale- dichiara Carlo Scotti Vice Presidente ANMVI- le facoltà ed i Corsi di laurea continuano a moltiplicarsi all'infinito fino ad avere raggiunto ben 14 sedi. Lo scenario che ci aspetta a breve è quello di una selezione spietata che, visto che non ha saputo farlo la Categoria, lo farà il mercato, espellendo dalla professione oltre il 40% dei Medici Veterinari del settore".

Fra i correttivi da apportare con la massima urgenza alla veterinaria per animali da compagnia, l'ANMVI indica uno stop immediato alla proliferazione dei corsi di laurea in medicina veterinaria e una radicale riforma dell'esame di Stato, affinchè diventi più rigoroso e realmente concepito come "test del saper fare". "
E' evidente come l'indagine ponga in risalto una figura professionale molto complessa - commenta il Prof. Stefano Cinotti, preside della Facoltà di Medicina Veterinari di Bologna-sia sotto il profilo della preparazione teorica ma anche e , soprattutto, pratica.
Le Facoltà devono saper formare professionisti completi". In che modo? Il Prof Cinotti si richiama ai principi di qualità delle università stabiliti dalla Commissione Europea e ai requisiti definiti dalla EAEVE, l'organismo europeo incaricato della valutazione della qualità della formazione universitaria in medicina veterinaria.

pdfVISUALIZZA E SCARICA L'INDAGINE

Il settore è in emergenza (C. Scotti)
Conoscere per creare sinergie (M. Baroni)
Seguire i parametri EAEVE (S. Cinotti)
Rassegna Stampa