vetrinilabPer ogni nuovo antimicrobico naturale esiste un meccanismo di resistenza in natura. L’introduzione degli antibiotici in medicina, umana e veterinaria, ha generato un’ulteriore pressione selettiva.

Approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, il PNCAR 2017-2020, il primo piano nazionale contro l'antibiotico-resistenza, è pubblicato sul sito del Ministero della Salute.

Il documento "è focalizzato sulla resistenza agli antibiotici, che rappresenta, al momento, il problema di maggiore impatto nel nostro Paese e per il quale sono più urgenti le azioni di prevenzione e controllo"- spiega il Ministero.  Nell'abstract, si precisa che il piano "utilizza il termine generico antimicrobico-resistenza (AMR) per coerenza con l’espressione adoperata a livello internazionale". E tuttavia, le declinazioni sono differenti. Infatti, il fenomeno della resistenza può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: antibatterici (detti anche antibiotici); antifungini;  antivirali; antiparassitari.

La sorveglianza della AMR in ambito veterinario- La sorveglianza della resistenza si basa su un sistema centralizzato di laboratori che consente
l’omogeneità e l’accuratezza di dati comparabili, nonché la comparazione con i dati umani. È, infatti, indispensabile raffrontare i risultati della sorveglianza della resistenza nell’umano, negli animali, negli alimenti e nell’ambiente per monitorare costantemente la portata e l’incremento della resistenza antimicrobica e permettere l’individuazione precoce, l’allerta e la risposta coordinata.

Obiettivi generali
-Rafforzare la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza in ambito veterinario come attività stabile e rappresentativa della realtà del nostro paese.
Obiettivi a breve termine (2017-2018)
- Migliorare la performance del sistema di sorveglianza e monitoraggio dell’AMR
-Rivalutare periodicamente (annualmente) la lista dei batteri patogeni e non sotto sorveglianza e monitoraggio
Obiettivi a lungo termine (2017-2020)
-Migliorare il sistema di sorveglianza nazionale per rappresentatività, capacità di integrazione dei dati provenienti da fonti diverse e tempestività del feed-back analitico
- Migliorare il coordinamento tra il settore veterinario ed umano per l’individuazione precoce, segnalazione tempestiva e risposta coordinata, specie per allerte su nuovi fenomeni/nuove resistenze

La sorveglianza dei consumi degli antibiotici nel settore veterinario- Presso la DGSAF, , è stato istituito il “Gruppo di lavoro per il monitoraggio, la sorveglianza e il contenimento della resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali” avente finalità di supportare la Direzione nella valutazione dell’andamento dell’AMR e nella programmazione di idonee politiche nazionali ed internazionali.
La DGSAF ha anche finanziato un’importante progetto multidisciplinare, con l’intento di individuare e raccogliere indicatori utili per la categorizzazione delle aziende zootecniche in base al livello di rischio (sanitario, benessere animale e consumo di medicinale veterinario) nello sviluppo dell’AMR. Tale progetto
permette di disporre di immediate e dirette informazioni circa gli aspetti relativi a: pratiche di allevamento,status sanitario storico ed attuale, biosicurezza e benessere animale, investigare in modo più approfondito la congruità dell’uso del medicinale veterinario, consentendo alle Autorità competenti la valutazione delle politiche adottate e/o da adottare di riduzione dell’utilizzo del medicinale veterinario per il contrasto del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza.

Obiettivo generale
-Rafforzare il sistema di sorveglianza delle vendite e dell’uso dei medicinali veterinari in generale e degli antimicrobici in particolare
Obiettivi a breve termine  (2017-2018)
-Migliorare la tracciabilità del farmaco veterinario
-Migliorare l’efficacia dei controlli ufficiali in materia di farmacosorveglianza
Obiettivi a lungo termine  (2017-2020)
-Rivalutare periodicamente (annualmente) i dati di vendita e/o consumo

Il Piano Nazionale residui PNR rappresenta, uno strumento utile al fine di monitorare la presenza di antibiotici negli alimenti di origine animale e verificare, risalendo la filiera, il rispetto dei tempi di sospensione dei farmaci (o rilevare trattamenti non dichiarati e/o illeciti) attraverso la ricerca analitica dei residui di sostanze nei prodotti alimentari provenienti da animali trattati, e, in caso di non conformità, attraverso verifiche più approfondite in allevamento.
Il PNR prevede la ricerca dei residui di antibiotici nel muscolo (prelevato al macello) di bovini, suini, ovicaprini, equini, pollame, conigli e selvaggina allevata, nel muscolo di pesci allevati in acquacoltura (trote, specie eurialine), nel latte (vaccino, bufalino e ovicaprino), nelle uova e nel miele.
La percentuale di non conformità registrata nel 2016 per antibiotici (0,13 %), rispetto al numero totale di campioni analizzati per questa categoria di sostanze, si posiziona su valori che si mantengono costanti negli anni.

Uso corretto degli antibiotici in ambito veterinario- Le “Linee guida per la corretta gestione degli allevamenti di animali da reddito al fine di ridurre le
prescrizioni di antimicrobici e prevenire il rischio di antibiotico-resistenza”, la cui bozza è stata predisposta nel 2015 e attualmente è in discussione presso la Sezione per la farmacosorveglianza sui medicinali veterinari, sono parte di una strategia nazionale tesa ad ottimizzare il consumo di antimicrobici e la
riduzione della resistenza. Esse si prefiggono l’obiettivo di identificare e proporre:
• specifici parametri di biosicurezza nella gestione dell’allevamento utili per ridurre il rischio di introduzione di agenti infettivi;
• appropriati indicatori di benessere animale;
• indicazioni circa la produzione di mangimi medicati;
• indicazioni circa la detenzione e la somministrazione dei medicinali veterinari antimicrobici, anche attraverso il loro impiego in mangimi e acqua di abbeverata;
• principi per un uso consapevole e razionale degli agenti antimicrobici, inclusi i CIAs (?).
Il risultato atteso deve necessariamente essere una riduzione delle vendite e consumi di antimicrobici, limitati, quindi, alle sole situazioni in cui essi sono necessari.

Obiettivo generale
Promuovere l’uso appropriato e consapevole degli antimicrobici
Obiettivi a breve termine  (2017-2018)
Armonizzare e rendere omogenee a livello nazionale le strategie per la corretta gestione degli allevamenti di animali da reddito e per il corretto uso degli antimicrobici negli animali da compagnia al fine di ridurre le prescrizioni di antimicrobici e prevenire il rischio di antibiotico-resistenza
Migliorare e promuovere le conoscenze e il livello di consapevolezza in merito al fenomeno della resistenza agli antimicrobici e promuovere la consapevolezza dell’importanza di un uso responsabile degli antimicrobici
Obiettivi a lungo termine  (2017-2020)
Promuovere il dialogo con l’industria farmaceutica per una proficua collaborazione verso il raggiungimento degli obiettivi del piano
Fornire indicazioni circa i trattamenti preventivi e l’impiego dei test di sensibilità, primariamente per l’uso prudente dei CIAs
Promuovere il coinvolgimento delle Associazioni di categoria e delle Organizzazioni professionali


La AMR nel settore veterinario e della sicurezza degli alimenti - Nel settore veterinario viene consumato oltre il 50% degli antibiotici utilizzati globalmente. Questo rappresenta un fattore di rischio per la selezione e diffusione di batteri resistenti, sia commensali che zoonotici. Il trasferimento di batteri resistenti dall’animale all’uomo può avvenire sia per contatto diretto o mediante alimenti di origine animale, che indirettamente, attraverso più complessi cicli di contaminazione ambientale. La relazione tra impiego di antibiotici e sviluppo di AMR nel settore zootecnico, così come il rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo, sono dimostrati. Meno conosciuti e documentati sono, invece, i meccanismi di trasmissione, in particolare attraverso il consumo di alimenti di origine animale, e l’entità del rischio, che necessitano, quindi, di ulteriori approfondimenti.

Il Ministero registra la persistenza di percentuali elevate di resistenza ai più comuni antibiotici nei batteri zoonotici, sia nell’uomo che negli animali. Inoltre, diversi ceppi di Salmonella risultano resistenti a più antimicrobici (multiresistenza che include, in alcuni casi, le cefalosporine a spettro esteso). È, inoltre, diffusa la multi-resistenza in ceppi di E. coli isolati nelle principali specie zootecniche allevate in Italia (nell’uomo 31,8%, nei polli da carne 56,0%, nei tacchini 73,0% e nei suini da ingrasso 37,9%).

Emergente è anche la resistenza alla colistina, mediata dal gene trasferibile mcr-1, che si riscontra anche negli E. coli commensali, e specialmente in E. coli ESBL-/AmpC-produttori. Elevati livelli di resistenza ai fluorochinolonici sono stati osservati in isolati di Campylobacter jejuni, specialmente da polli da carne e da
tacchini da carne, con un conseguente tasso di resistenza elevato ai fluorochinolonici in isolati di C. jejuni che causano infezioni umane.
Sul fronte delle note positive, nel corso delle attività di monitoraggio armonizzato dell’AMR in EU, nel nostro Paese non si riscontrano E. coli resistenti ai carbapenemi nelle produzioni zootecniche oggetto di monitoraggio. Rarissimi isolati di E. coli con epidemiological cut-off elevati alla tigeciclina (2 mg/L) sono stati riscontrati nel 2014, e solo in caso di resistenze alla tetraciclina con MIC molto elevate.


Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020