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or or copyI DDL Amati e De Poli pongono una duplice istanza: sanitaria ed economica. Il Presidente ANMVI in audizione: "Necessario focalizzare gli obiettivi prioritari. Parliamo di sanità del paziente animale o di risparmio per il suo proprietario? E il risparmio dovrebbe guidare la scelta terapeutica del Veterinario?"

"Se la priorità è il risparmio economico, i DDL in esame non paiono inquadrare correttamente la dimensione di spesa/risparmio con cui un proprietario di animali da compagnia (cani, gatti, ma anche cavalli e nuovi pets non convenzionali) deve fare i conti".  Nella sua audizione in 12 Commissione Sanità del Senato, il Presidente dell'ANMVI, Marco Melosi,  ha inteso rimarcare  che "il crescente valore socio-affettivo attribuito all’animale da compagnia ha portato l’utenza, soprattutto  nelle ultime tre decadi, a sviluppare una domanda di elevata preparazione clinica, medica, chirurgica, diagnostica, terapeutica, ecc.  Per contro, la medicina veterinaria italiana ha raggiunto livelli specialistici elevatissimi e prestazioni professionali paragonabili -senza esitazione- ai più alti livelli di eccellenza della medicina umana. Tutto questo ha un costo"- ha osservato Melosi.
 
Le detrazioni e l'IVA al 22%- Nel testo depositato, si fa notare che per i pazienti umani è il SSN a farsi carico della spesa sanitaria e farmaceutica, mentre per i pazienti animali, come argomentato nel corso dell’audizione di ANMVI sui nuovi LEA, lo Stato italiano non fa rientrare nei livelli “essenziali” le cure veterinarie agli animali da compagnia di proprietà e non ne sostiene la relativa spesa farmaceutica.Sono previste per contro agevolazioni fiscali sotto forma di detrazioni d’imposta. In primo luogo, il farmaco veterinario acquistato in farmacia (cd scontrino parlante) è detraibile. Lo sono anche le spese veterinarie sostenute presso il medico veterinario privato: la detrazione è riconosciuta nella misura di circa 49 euro/anno, ma il beneficio fiscale è  vanificato dall’aliquota IVA al 22% che la fiscalità nazionale impone sulle cure veterinarie. La stessa aliquota è applicata sugli alimenti per animali da compagnia. "Il contesto di spesa veterinaria del proprietario, a conti fatti, risulta molto più aggredito dal Fisco che dalla spesa farmaceutica"- ha osservato il Presidente dell'ANMVI- chiedendo "un ripensamento delle destinazioni finanziarie dello Stato, a favore di esenzioni da IVA e aumenti di detrazioni fiscali, sostenendo in tal modo la spesa dei privati cittadini in favore della sanità animale che- va ricordato- è anche sanità pubblica. A conti fatti, le azioni sottese ai DDL in esame non offrirebbero soddisfacenti traguardi di risparmio economico al proprietario".
 
La garanzia del medicinale veterinario- Le osservazioni tecniche formulate dal Ministero della Salute e dalla Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani "coincidono in larga misura con la visione dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI) per quanto attiene l’importanza del medicinale veterinario, quale prodotto testato e autorizzato per il paziente animale. "In quanto tale, il medicinale veterinario rappresenta una garanzia per il paziente animale e per il medico veterinario prescrittore alla quale non intendiamo rinunciare"- si legge nel testo depositato dal Presidente dell'ANMVI Marco Melosi. "La prescrizione veterinaria non è dunque un buono acquisto da spendere in farmacia ma l’esito terminale di un processo diagnostico, clinico e terapeutico basato sulle competenze professionali. Il rispetto della prescrizione veterinaria, senza sostituzioni e con il massimo della compliance anche da parte del proprietario, è fondamentale e tuttavia non è ancora un principio acquisito".
 
Blister e generici- Le proposte di intervenire sulle confezioni riducendone le quantità (blister) "ci trovano d’accordo- ha aggiunto Melosi-  avendone già fatto menzione in occasione di pubblici dibattiti sui medicinali veterinari; altrettanto importanti le considerazioni svolte dal Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari sugli equivalenti/generici veterinari e gli aggiornamenti riferiti alla Commissione sulle difficoltà che l’argomento sta incontrando in sede europea, dove si sta elaborando un nuovo regolamento comunitario dei medicinali veterinari".
 
La dispensazione- Anche alla luce del parere adottato dalla Commissione il giorno prima dell'audizione ANMVI, il Presidente dell'ANMVI ha voluto precisare che "oggi il Medico Veterinario, ai sensi di legge, può dispensare il medicinale veterinario in sede di prestazione complementare a quella principale medico-veterinaria, non solo per l’inizio della terapia sul paziente animale, ma anche per il suo proseguimento.
 
La cascata in Europa e in Italia- Il Presidente dell'ANMVI ha fatto presente ai senatori che all’iter del regolamento europeo "hanno preso attivamente parte, molti eurodeputati nazionali, con esiti che non vanno – ad oggi- nella direzione prospettata dai DDL in esame". Alla 'cascata' europea, che l'ANMVI non ritiene soddisfacente nè nella versione della Commissione Europea nè tantomeno in quella del Parlamento Europeo, fa da contraltare una regolamentazione nazionale dell'uso in deroga che offre una maggiore flessibilità e maggiori prospettive di sviluppo di nuovi medicinali veterinari, benchè possa essere ulteriormente migliorata in direzione della flessibilità delle opzioni terapeutiche in campo e soprattutto della chiarezza e della semplificazione.
 
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