MANCANO INSEGNANTI? ANMVI AL MINISTRO AZZOLINA: AMPLIARE L'ACCESSO
ALLE CATTEDRE PER I LAUREATI IN MEDICINA VETERINARIA

Appello dell’ANMVI in vista dei concorsi del Decreto Scuola - Il Governo mantenga
l’impegno preso in Parlamento sull’ordine del giorno dell’On Alessando Melicchio

Con la laurea in medicina in medicina veterinaria pochi sbocchi di insegnamento

(Cremona, 1 luglio 2020)L’ANMVI rinnova ai Ministri Azzolina, Manfredi e Speranza la richiesta di ampliamento delle classi di concorso di insegnamento per i titolari di laurea in Medicina Veterinaria Medici Veterinari.

L’istanza reiterata in queste ore è la medesima di cui all’ordine del giorno dell’On Alessandro Melicchio, finalmente accolto il 4 aprile scorso, a nome del Governo, dal Viceministro Anna Ascani.

La questione è molto sentita fra i Medici Veterinari, specialmente tra i giovani laureati,  che in pochi giorni si sono riconosciuti nella petizione promossa da una giovane Collega per ottenere un diritto negato: il pieno accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado attraverso un congruo ampliamento delle classi di concorso.

In sintesi: in base al vigente Regolamento sulle classi di concorso a cattedre e sui posti di insegnamento con la laurea in Medicina Veterinaria si può accedere solo ad una classe di concorso (A052 "Scienze, Tecnologie e Tecniche di Produzioni Animali") per l’insegnamento in pochi Istituti tecnico-professionali.

Al contrario, la formazione accademica veterinaria può dare accesso a molte più classi di concorso e di insegnamento, come ben argomentato in due atti di indirizzo- rimasti senza risposta- presentati dalla Sen Caterina Biti dall’On Doriana Sarli.

L’ANMVI chiede ai Ministri coinvolti, in primis a Lucia Azzolina, di correggere questa situazione al primo provvedimento utile. “Una modifica degli accessi alle classi di laurea – dichiara il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi- non comporterebbe maggiori oneri di spesa pubblica, ma sanerebbe una discriminazione occupazionale in danno dei laureati in medicina veterinaria, in special modo delle giovani generazioni, oltre a restituire la dovuta considerazione alla loro vasta e qualificata formazione accademica”.

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