L'ANMVI chiede ai Ministri Azzolina e Manfredi l'ampliamento delle classi di concorso in favore dei Medici Veterinari per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado

Appello alle Commissioni Cultura e Affari Sociali della Camera


(Cremona 1 giugno 2020)-  Il Governo e il Parlamento colgano l'occasione del "Decreto Scuola" per sanare una grave discriminazione realizzata, in danno dei Laureati in Medicina Veterinaria, dal  recente DPR 14 febbraio 2016 n. 19 che ha riordinato le classi di concorso a cattedre. Lo chiede il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi ai Ministri Azzolina e Manfredi e ai parlamentari delle Commissioni parlamentari competenti.

 "Ai Laureati in Medicina Veterinaria  è incomprensibilmente precluso l'accesso a numerose materie di insegnamento"- spiega Melosi-  La modifica che chiediamo di inserire nel Decreto Scuola non avrebbe nessuna incidenza sulla spesa pubblica, ma metterebbe Laureati in Medicina Veterinaria nelle condizioni di poter legittimamente aspirare a materie di insegnamento del tutto coerenti con il loro profilo di studi universitari"

Attualmente, la laurea in medicina veterinaria permette di accedere soltanto alla classe di concorso A-52 Scienze, tecnologie e tecniche di produzioni animali (ex 74/A, Zootecnica e scienza della produzione animale) per un limitato ambito di insegnamento negli Istituti Tecnici e Professionali.  

L'ANMVI rinnova la richiesta ampliare l'accesso alle classi di concorso e alle pertinenti sedi di insegnamento, quali ad esempio: Chimica agraria, Chimica e tecnologie chimiche, Educazione tecnica, Scienza degli alimenti (classe 59/A), Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze naturali, Chimica, Geografia, Filopatologia, Entomologia agraria, Microbiologia, ecc. e ogni ulteriore classe risulti coerente con i piani di studio universitari dei laureati in Medicina Veterinaria (LS-47 e LM 42).

 "Non si tratta di una mera rivendicazione occupazionale- afferma Melosi-  nonostante i dati dell'impiego e della remuneratività di categoria (reddito zero per circa 3.380 Medici Veterinari, fonte: FNOVI) possano bastare a sensibilizzare il Governo e il Parlamento all'accoglimento di quanto richiesto.  Si tratta anche di considerare che i Ministeri dell'Università e dell'Istruzione disconoscendo le conoscenze accademiche acquisite dal Laureato in Medicina Veterinaria, privano i percorsi scolastici di saperi confacenti  con le nuove politiche educative emergenti basate sull'intrinseco rapporto fra salute, uomini, animali e ambiente".

Il Presidente dell'ANMVI ricorda anche  che è rimasta fino ad oggi senza risposta, una interrogazione parlamentare presentata su questo tema dalla Senatrice veterinaria Caterina Biti.

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