In Senato agevolazioni fiscali per le cure veterinarie

ANMVI: occasione per la Politica di dimostrare concreta attenzione a 14milioni di animali da compagnia presenti nel  50% delle famiglie italiane. Dubbi dell’Associazione sul parere della Commissione Politiche Europee: l’Europa ci ha sempre detto che l’IVA dipende dalla volontà degli Stati Membri

(Cremona 28 luglio 2017) - Presentati in Senato emendamenti per aumentare la soglia (fino a 1000 euro) della detraibilità fiscale delle spese veterinarie e per modificare- con esenzioni o ribasso al 4% -l’IVA che oggi grava sulle cure e sui medicinali veterinari. A depositarli sono stati i Senatori Sante Zuffada e Serenella Fucksia, “ai quali va il nostro incondizionato plauso- afferma il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi- per essere stati sensibili e attenti ad istanze chiaramente emerse nel corso delle audizioni parlamentari delle scorse settimane”.

Gli emendamenti, dal 25 luglio, sono all’esame della 12 Commissione Igiene e Sanità del Senato, dove è in corso l’iter di un disegno di legge (testo unificato dei DDL AS 499 De Poli e AS 540 Amati) che ha l’obiettivo di contenere le spese sulle cure veterinarie.

Il testo unificato prevede l’ingresso sul mercato dei farmaci generici veterinari a condizioni di prezzo inferiori a quelle del medicinale di riferimento e la possibilità di ‘spacchettare’ le confezioni dei medicinali veterinari consentendone un uso più razionale ed economico.  “Misure importanti e innovative- osserva il Presidente dell’ANMVI – ma che, come abbiamo fatto notare in audizione- non avrebbero una reale incidenza di risparmio, quanto l’abbattimento dell’IVA sulle cure veterinarie (oggi al 22%) e l’innalzamento della soglia di detraibilità fiscale” (circa 49 euro all’anno, calcolati prima dell’entrata in vigore dell’euro e mai adeguate a valori più attuali).

Sugli emendamenti si è già pronunciata la 14° Commissione Politiche Europee del Senato riferendo, alla 12° Sanità, il proprio nulla-osta sull’aumento della soglia delle detrazioni e sull’IVA al 4% dei medicinali veterinari. La stessa Commissione ha però ritenuto incompatibili con la Direttiva europea sull’IVA aliquote inferiori o esenzioni delle cure veterinarie. “Abbiamo dubbi, su quest’ultima interpretazione- dichiara Melosi- non solo perché abbiamo già visto l’Europa modificare le aliquote per altri beni e servizi sulla base di quella stessa Direttiva, ma anche per il rimpallo costante di Bruxelles all’Italia, adducendo la sovranità fiscale dello Stato Membro, ogni volta che abbiamo avanzato in sede comunitaria la questione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie”.

L’ANMVI che da anni si batte per la riduzione del peso fiscale sulle cure agli animali da compagnia, ricorda la sua petizione firmata da oltre 75 mila cittadini, favorevoli ad agevolare le famiglie italiane che convivono con un animale da compagnia (in Italia, circa il 50% dei nuclei familiari ha almeno 1 animale d’affezione).

Il Presidente dell’ANMVI, Marco Melosi, in audizione a marzo sul testo unificato, auspica “uno sforzo di coerenza legislativa con la dichiarata attenzione di tutte le forze politiche alla tutela degli animali da compagnia, una tutela che non può prescindere dalla loro salute e dal loro benessere”.

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