ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

L'ANMVI ha chiesto al Ministero della Salute l'immediata sospensione del piano interregionale di identificazione e sterilizzazione canina


(Cremona, 19 settembre 2014)- E' iniziato oggi, all'insegna dell'improvvisazione programmata, il calendario di interventi previsti dal piano di lotta al randagismo nel Parco nazionale dell'Abruzzo. Si andrà avanti così fino al 30 di settembre – e forse oltre- se l'iniziativa non verrà immediatamente sospesa come auspica ANMVI in una nota inviata oggi al Ministero della Salute.

L'attuazione delle Misure urgenti per la lotta al randagismo canino nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise comincia infatti con la microchippatura di un cane di proprietà già dotato di microchip e che adesso non ha più una identità univoca in anagrafe canina. Doppia inoculazione sottocutanea, dunque, malgrado i Medici Veterinari e lo stesso Ministero della Salute raccomandino di non eseguirla, con comprensibile rimostranza del proprietario per la modalità coercitiva, in proprietà privata. Per legge è invece obbligatorio verificare, prima dell'inoculo sottocutaneo, verificare con apposito lettore che non sia già presente un dispositivo elettronico.

Il tutto nell'ambito di una operazione che dovrebbe arginare la presenza di "branchi di cani" e "cani vaganti", ma che non offre sufficienti garanzie di distinguo né ai proprietari né agli stessi cani: quelli "verosimilmente" randagi dovranno essere catturati con teleanestesia, pratica che basta citare l'Orsa Daniza per comprenderne la delicatezza, e sottoposti a sterilizzazione.

Un non ben identificato "personale veterinario" proporrà ovarioisterctomia e/o orchiectomia per i cani di proprietà. E ancora: prelievi, vaccino polivalente, consigli "dal punto di vista sanitario, dell'alimentazione, del benessere e della riproduzione".

Tutto gratis, come se la gratuità non avesse un ricarico sulla spesa pubblica e come se 'gratis' fosse garanzia di rispetto dei pazienti sottoposti a trattamenti veterinari, dei cittadini-proprietari e della legalità. Diversamente da quanto si legge nel piano, in Italia non esiste alcun profilo "paramedico" autorizzato, le ambulanze veterinarie non possono essere autorizzate per interventi chirurgici che per legge devono compiersi in struttura veterinaria fissa.

Totalmente disatteso inoltre il coinvolgimento preventivo dei Medici Veterinari del territorio che non hanno avuto alcuna parte nella stesura degli interventi sanitari né nel reclutamento di 'personale veterinario', ad oggi non chiaramente identificato da un piano che riserva più paragrafi al consenso mediatico che alla correttezza e alle garanzie per il paziente.

Quello che sta accadendo nei territori dell'Ente Parco è solo la più recente dimostrazione che la lotta al randagismo è diventata un pretesto per iniziative velleitarie, costose per alcuni e profittevoli per altri, ma è soprattutto una crescente minaccia per la tutela del paziente animale.

In tutta Italia, da Lampedusa a Pinzolo, ANMVI lamenta scomposte iniziative di intervento su animali che- selvatici, randagi e di proprietà- non possono essere considerati "senzienti" solo quando fa comodo, ma che tali sono soprattutto quando devono essere sottoposti ad anestesie, chirurgie e interventi di regolarizzazione anagrafica.

L'ANMVI ha chiesto l'intervento urgente del Ministero della Salute e sollecitato l'apertura di un tavolo di programmazione sanitaria degli interventi veterinari di lotta al randagismo, a tutela del paziente animale, dei proprietari, contro improvvisazioni costose per la collettività. "L'inoculazione del microchip e la sterilizzazione chirurgica – è scritto nella nota- non sono eventi da festa paesana del week end e nemmeno gestibili incuranti della sicurezza del paziente animale e dell'ordinamento veterinario".

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