IVA, DETRAZIONI E REDDITOMETRO: MENO FISCO SULLA SANITA' DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

ANMVI LANCIA PETIZIONE E RACCOGLIE MIGLIAIA DI FIRME.

Chi firma chiede pari dignità per la sanità degli animali.

La stessa delle cure alle persone.

(Cremona, 8 ottobre 2012)- Sono già 16.000 le firme raccolte da ANMVI a pochi giorni dal lancio della petizioneContro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagniahttp://petizioni.anmvi.it/

La petizione si rivolge al Presidente del Consiglio e ai Ministri della Salute e dell'Economia per chiedere quattro misure fiscali urgenti:

1. che l'IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi venga ridotta al 10%;

2. che le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip e anagrafe canina e felina, sterilizzazioni maschi e femmine) vengano esentate dall'IVA

3. che sia considerata la possibilità di detrazione delle spese veterinarie fino ad un massimale di mille euro;

4. che vengano tolti dal redditometro le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia e il cavallo "d'affezione e/o da passeggiata"

Il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, si è rivolto in particolare al Ministro della Salute Renato Balduzzi e al Sottosegretario con delega alla veterinaria Adelfio Elio Cardinale. "In tutto il mondo- scrive Melosi- le autorità sanitarie hanno adottato il concetto di "one health medicine" ricomprendendo la medicina veterinaria nelle azioni prioritarie di tutela della sanità pubblica, con particolare riguardo alla prevenzione e al controllo delle malattie trasmissibili e agli adempimenti obbligatori di legge (es. profilassi anti-zoonosiche, identificazione elettronica).Il principio della "one health medicine", ben consolidato nelle strategie sanitarie dell'Unione Europea- puntualizza Melosi- non trova invece riscontro nel nostro Paese".

In Italia, l'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) viene applicata al massimo livello percentuale (IVA al 21%, come per i beni superflui); viene applicata anche su prestazioni di carattere sanitario (cure), preventivo (profilassi zoonosi-sterilizzazioni per il controllo della popolazione animale) e obbligatorio (identificazione anagrafica), che non sono parificabili a "beni di consumo" soggetti ad IVA; viene applicata a prestazione di carattere sanitario e preventivo che tutelano la salute pubblica dei cittadini (es. profilassi antirabbica), eppure - diversamente dalle prestazioni mediche per l'uomo che sono IVA esenti - sono tassate.

La petizione chiede anche di innalzare il livello delle detrazioni della spesa veterinaria che il nostro ordinamento fiscale si è limitato a convertire dalla Lira all'Euro, senza averle mai aggiornate nemmeno al costo della vita. In sostanza, il recupero fiscale, oggi, non è quantificabile nemmeno in un caffè al giorno. Ne risentono gli sforzi del Ministero della Salute e dei Medici Veterinari per innalzare la cultura del possesso responsabile, prevenire l'abbandono, contrastare il randagismo.

"Riteniamo - spiega il Presidente dell'ANMVI- che l'introduzione della spesa veterinaria nel redditometro- al pari delle esigue detrazioni- scoraggi le cure veterinarie e in ultima istanza anche gli sforzi di accertamento del reddito. Lo stesso dicasi per il cavallo, che- considerato indicatore di maggior reddito dall'Agenzia delle Entrate- è stato invece assolto da questa impropria collocazione da due sentenze delle Commissioni tributarie (Asti e Torino) in quanto "da passeggiata/e o da compagnia";

La petizione sta riscuotendo migliaia di adesioni. Altrettanto sensibili numerosi deputati e senatori che hanno fatto proprie le istanze della petizione con interpellanze parlamentari, proposte e progetti di legge.

Ufficio Stampa ANMVI
Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
0372/40.35.47

Per firmare la petizione: http://petizioni.anmvi.it/

pdfCOMUNICATO STAMPA 8 OTTOBRE 2012.pdf