ANIMALI DISCRIMINATI IN CONDOMINIO: BENE RIPENSAMENTO IN SENATO

Apprezzamento dell'ANMVI per l'intervento del Sen Guido Galperti co-relatore della riforma del condominio
Proposta emendativa: tornare alla definizione di "animali da compagnia"

(Cremona, 26 ottobre 2012)- E' un buon segnale il ripensamento in Commissione Giustizia al Senato sulla definizione di "animali domestici". I medici veterinari dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), apprezzano che il co-relatore Sen Guido Galperti abbia definito "insufficiente" questa definizione. E' infatti impropria e discriminante per milioni di animali e di proprietari.

La norma si trova in sede deliberante in Commissione Giustizia al Senato ed è stata opportunamente aperta a proposte emendative.

L'ANMVI si augura che il Legislatore voglia tornare alla definizione di "animali da compagnia", correggendo l'attuale definizione di "animali domestici". Come più volte fatto notare dagli esperti della società scientifica SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici), questa definizione esclude dal diritto di stare nelle case degli italiani milioni di animali che non sono "domestici", ma "da compagnia".

E non si tratta di pericolosi soggetti, ma di comunissimi animali d'affezione legalmente detenuti e ormai diffusissimi. Come il criceto.

Così come licenziata dalla Camera dei Deputati, la riforma del condominio contempla l'assurda possibilità di tenere in casa un maiale e non una tartaruga. E non è una norma veramente a favore degli animali.

Le normative nazionali e regionali in materia di tutela animale parlano di "animali da compagnia" (o d'affezione). La definizione "domestici" è fuori dalla cornice legislativa e rischia solo di aumentare il contenzioso condominiale e l'abbandono animale.

Ufficio Stampa ANMVI
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pdfCOMUNICATO STAMPA 26 OTTOBRE 2012