Nessuna traccia di liberalizzazione e semplificazione applicata ai servizi professionali veterinari. Nessun riferimento ai risparmi possibili nella sanità pubblica veterinaria.

ANMVI chiede un incontro a Grilli (Economia) e a Passera (Sviluppo Economico).

(Cremona, 5 dicembre 2011) - Per uscire dalla crisi, l'azione del Governo deve muovere due leve contemporaneamente: quella del pareggio di bilancio e quella della crescita economica. Ma per la veterinaria, nelle anticipazioni ufficiali sul "decreto salva Italia" c'è solo la stangata fiscale.

Per questo, l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, si farà portavoce presso i Ministeri competenti per evidenziare che la manovra fiscale ricadrà sul settore senza quei contrappesi indispensabili ad evitare iniquità e la paralisi di un settore professionale.

La leva fiscale

Un ulteriore aumento dell'IVA sulle prestazioni veterinarie, già portate al 21% con la manovra d'agosto, porterà al crollo della spesa veterinaria nelle famiglie con animali da compagnia. Se non ci sarà una piena compensazione tramite lo strumento delle detrazioni fiscali, da intendersi anche come strumento di lotta all'evasione, l'innalzamento dell'aliquota porterà alla paralisi della prevenzione veterinaria.

E' urgente ripensare il regime IVA e le detrazioni fiscali, riportando la veterinaria all'interno delle riflessioni sulla sanità: non si tratta di consumi, ma di azioni di salute animale, con riflessi sulla sanità pubblica. Al Vice Ministro all'Economia Vittorio Grilli e al Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, l'ANMVI chiede di aggiungere la veterinaria alle "ulteriori riflessioni" sulla sanità.

Ieri in conferenza stampa il Ministro Vittorio Grilli ha infatti dichiarato che intende approfondire con il Collega dello Sviluppo Economico i finanziamenti alla sanità. "Abbiamo qualche idea su cui faremo ulteriori riflessioni- ha detto, aggiungendo che con il decreto di ieri il Governo non ha finito di lavorare. E' il momento secondo ANMVI, di valutare le ricadute negative sulla sanità pubblica e sui conti pubblici del peso fiscale sulla prevenzione veterinaria e di ragionare sulle possibilità di risparmio e di lotta agli sprechi nella gestione dei fondi pubblici destinati al randagismo. Non servirà a nulla insistere sul gettito se non si fermeranno gli sprechi.

Crescita e Liberalizzazioni

Il decreto "salva Italia" non cita i professionisti, ma solo le piccole e medie imprese, fra i destinatari delle misure per la semplificazione (ad esempio i rifiuti sanitari) e in fatto di liberalizzazioni non si parla d'altro che di farmaci di fascia C, trascurando che i "canali bloccati" della distribuzione riguardano anche il farmaco veterinario oggi non pienamente dispensabile dai medici veterinari. Anche il pet corner, unito alla piena cessione del farmaco, può concorrere a dar luogo a quella crescita di cui si parla solo per i farmacisti,con la conseguenza di strangolare le strutture veterinarie con la corda del Fisco, senza liberare risorse e opportunità di sviluppo dei servizi professionali. E' indispensabile che fra i tavoli per lo sviluppo economico se ne apra uno destinato ai professionisti e ai medici veterinari, in particolare.

Ufficio Stampa ANMVI
0372/40.35.47

pdfCOMUNICATO STAMPA 5 DICEMBRE 2011