ANMVI: non impedire il processo di aggiornamento delle norme. E' in gioco proprio la tutela animale

(Cremona, 7 settembre 2010) - E'sbagliato ridurre la complessità legislativa della sperimentazione animale a un superficiale dibattito tra favorevoli e contrari. L'Europa si appresta a dare nuove regole ad una materia che necessita di essere aggiornata nell'interesse della medicina e della tutela animale. ANMVI: l'errore più grande è di impedire il processo di aggiornamento di norme, che in Italia sono ferme al 1992. Ora che il Parlamento europeo si appresta a votare la proposta di direttiva europea che riforma le norme sulla sperimentazione animale, il segnale che la comunità scientifica e la professione veterinaria devono lanciare è quello dell'urgente necessità di aggiornare le regole e i principi che governano la materia ponendo la massima attenzione al benessere animale. 

Secondo l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) l'errore più grande è di impedire il processo di aggiornamento delle norme, bloccando una evoluzione legislativa alla quale l'ANMVI ha sempre dato il suo massimo contributo. Nel nostro Paese, buone soluzioni di riforma delle vecchie leggi, condivise da tutte le parti in causa, sono state lasciate cadere, in attesa di una direttiva europea che adesso non può più essere ritardata.

In Italia la legislazione è ferma al 1992 e non è al passo con le doverose richieste di innalzamento della tutela animale e che la medicina veterinaria di laboratorio è in grado di garantire, non solo in fase di impiego ma anche di riabilitazione e adozione a fine esperimento.

Da tempo la comunità scientifica e il legislatore comunitario e nazionale sono orientati a sostituire l'impiego di animali da laboratorio in presenza di metodi alternativi validati e ad innalzare le tutele degli animali da laboratorio.Si tratta di un processo virtuoso, in linea con l'evoluzione scientifica e della sensibilità etica, oggi non adeguatamente incoraggiato e formalizzato da una legislazione al passo con i tempi.

L'Europa stessa riconosce che, in alcuni campi, la ricerca ha ancora bisogno di impiegare animali da laboratorio, non avendo ancora a disposizione valide alternative. In questi casi, sottolinea l'ANMVI, la professione medico veterinaria deve essere più presente a tutti i livelli della sperimentazione per innalzare e garantire gli standard di tutela e benessere degli animali e perché possa interagire con le altre professionalità coinvolte. 

Ufficio Stampa ANMVI
Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
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