(Cremona, 6 ottobre 2008)  “Il randagismo in Italia è arrivato a livelli d’emergenza. Le soluzioni ci sono basta volerle prendere in considerazione. E continuare ad ignorarle  sarebbe una grave responsabilità per tutte le amministrazioni che devono farsi carico di questa emergenza e per la stessa veterinaria italiana”.

Il Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani  -Carlo Scotti- commenta con dolore e indignazione il caso del bambino rimasto vittima a Benevento dell’aggressione di animali randagi, secondo le prime indicazioni del medico legale.

E ricorda al Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali la proposta, avanzata ormai da più di due anni in tutte le sedi istituzionali, di avvalersi da subito di una rete di strutture veterinarie private (LeaVet) presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, già pronte a fronteggiare i numeri esponenziali del randagismo.

“Solo le strutture veterinarie private, numericamente adeguate (circa 7.000) e debitamente attrezzate ed autorizzate, sono in grado di mettere in pratica un  piano di sterilizzazione a tappeto degli animali senza proprietario- spiega Scotti - sono già pronte, non occorre sperperare denaro pubblico per realizzarle, basta solo che le pubbliche amministrazioni si decidano e se ne avvantaggino”.

Il controllo delle nascite rappresenta infatti il metodo più efficace e rapido per riportare il fenomeno entro standard di governabilità. Oggi non è così  e le nascite fuori controllo rendono del tutto inadeguate e insufficienti le strutture di ricovero di questi animali.

“Sempre che- continua il presidente dell’ANMVI- ognuno faccia la propria parte e si combatta il business del randagismo, dei canili lager, stroncando finalmente gli interessi di chi non vuole che il randagismo sia inteso come fenomeno a termine. Nel nostro Paese viene invece perpetuato per gravi responsabilità, ma anche per carenze di risorse finanziarie. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale non ha più risorse e quelle poche che ha non può più permettersi di sprecarle come troppe volte è successo. Occorre attendere gli esiti delle indagini e delle perizie sul caso di Benevento, ma è  ora - conclude il Presidente Scotti- che il randagismo sia affrontato per quello che è, un fenomeno centrale per la salute e la sicurezza dei cittadini, senza demagogiche proposte di servizio veterinario mutualistico che si sa bene che la nostra economia non è in grado di sopportare e che perpetuerebbero solo situazioni fallimentari”.

L’ANMVI si aspetta ora  che il Ministero prenda in mano la situazione e attivi al più presto un coordinamento di interventi basato sulla sua proposta. I medici veterinari italiani privati sono pronti e aspettano solo di essere coinvolti.

Ufficio Stampa

ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani 0372/40.35.47

pdfCOMUNICATO STAMPA 6 OTTOBRE 2008