L’atteso intervento del Governo per la continuità dei controlli transfrontalieri rischia di inciampare nella Funzione Pubblica. L’ANMVI a Berlusconi: senza di loro saltano le garanzie sulle importazioni e la credibilità del Paese in Europa.

(Cremona 25 novembre 2008) - Duecento dirigenti sarebbero troppi e il Governo non sembrerebbe trovare una formula emendativa che consenta di inserire nel collegato alla Finanziaria il rinnovo dei contratti dei veterinari impegnati nelle ispezioni frontaliere (PIF), negli adempimenti comunitari (UVAC) e negli Uffici centrali del Ministero della Salute. Ciò malgrado l’impegno del Dicastero del Welfare e in particolare del Sottosegretario Francesca Martini, con delega alla veterinaria.

Il numero avrebbe creato difficoltà alla Funzione Pubblica, ma si tratta di un “fatale equivoco”, secondo l’ANMVI che oggi ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: il numero è appena sufficiente a garantire la copertura del personale necessario in ben 23 uffici ministeriali in tutta Italia.

Non si tratta di personale collocato in una sola sede, ma dislocato  in tutte le regioni e presente in sedi strategiche per i controlli come in aeroporti  (come Malpensa, Linate, Bologna, Napoli, Roma, ecc.) e porti (Napoli, Genova, ecc.), dove si ispeziona dal punto di vista sanitario e in osservanza delle disposizioni comunitarie il transito di prodotti e di animali vivi.

La qualifica di “dirigenti”, che non piace alla Corte dei Conti,  è stata assunta da questo personale da pochi mesi (legge 120/2007), e “suona beffarda - scrive l’ANMVI- a fronte di mansioni ricoperte da molti anni da “coadiutori”, personale il cui ruolo ausiliario è risultato indispensabile in numerose emergenze sanitarie (BSE, Aviaria fino al recente rischio melamina dai prodotti di provenienza illegale cinese),  le stesse  emergenze che hanno indotto l’Europa e il nostro Ministero della Salute ad adottare strategie di lungo termine basate sulla prevenzione e non sull’improvvisazione e sugli interventi a carattere straordinario”.

L’ANMVI ha scritto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ma anche ai Ministeri coinvolti (Welfare, Funzione Pubblica, Finanze, Politiche Comunitarie), auspicando una soluzione urgente, in mancanza della quale dal mese di aprile del 2009 il nostro Paese non potrà più garantire ai cittadini italiani continuità di ispezioni sui prodotti di origine animale e i gli animali vivi ( si pensi al benessere degli animali nel trasporto ai sensi del Regolamento 1/2005/CE).

Senza la continuità di queste mansioni, il nostro Paese  non potrà più dirsi coerente con la linea impostata dalla Commissione Europea e dai massimi organismi sanitari internazionali (WHO, FAO, EFSA) che puntano sui controlli transfrontalieri per preservare il territorio comunitario da minacce globali come le pandemie, dai rischi sanitari e dalle frodi del commercio illegale.

E’ appena il caso di ricordare che se l’Italia ha potuto scongiurare il rischio di ingresso di prodotti cinesi illegali contenenti melamina è stato grazie a questo personale.

L’ANMVI si impegna a mantenere alta l’attenzione degli organi di stampa e dell’opinione pubblica italiana sul rischio a cui saranno esposti i cittadini italiani fra pochi mesi.

Ufficio Stampa ANMVI

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pdfCOMUNICATO STAMPA 25 NOVEMBRE 2008