L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani torna a sollecitare le autorità di Governo per il reintegro della medicina veterinaria nel Comitato nazionale di bioetica

(Cremona, 17 dicembre 2008) - E' fondamentale l'apporto della veterinaria ad una disciplina che fonde le conoscenze scientifiche e le discipline della vita, sposando rigore scientifico e dibattito filosofico. E' questo il contributo dell'ANMVI al convegno in corso oggi a Roma per celebrare i dieci anni del Comitato per la Bioetica Veterinaria. 

Per l'Associazione, rappresentata nella sede parlamentare di Palazzo Valdina, dal Vice Presidente Marco Melosi, la bioetica veterinaria deve ispirare il dibattito etico sulla vita animale, senza prescindere dal fatto che la vita animale è inserita in cicli economici, produttivi e alimentari. Lo status della vita animale, nel quadro legislativo nazionale ed europeo, richiede il reintegro della bioetica veterinaria nel dibattito nazionale, all'interno del Comitato Nazionale per la Bioetica Veterinaria presso la Presidenza del Consiglio dal quale è stata esclusa due anni fa.

Nel corso della partecipazione al Comitato governativo, la bioetica veterinaria aveva invece dato un apporto fondamentale su questioni etiche di grande attualità, come ad esempio la macellazione rituale. Il rapporto culturale e antropologico fra differenti culture e sensibilità religiose è un nodo ancora irrisolto nel campo della legislazione nazionale e comunitaria e della sicurezza alimentare. Il Comitato si era anche espresso in materia di pet therapy, offrendo un contributo scientifico ad una opportunità terapeutica emergente, già adottata in forme sperimentali in situazioni di disagio psico-fisico nell'uomo, ma rimasta senza una soluzione legislativa.

La bioetica veterinaria non può trascurare il valore della vita animale, sia esso l'animale d'affezione utilizzato in attività di lavoro (pensiamo ai cani guida, da soccorso o in funzione co-terapeutica) o l'animale produttore di alimenti, inserito nei cicli produttivi ed economici e fonte di ricchezza nazionale.  

"La professione del veterinario - dichiara Marco Melosi- diventa sempre più difficile e delicata, proprio perché sempre più numerose sono le implicazioni etiche e morali che si presentano quotidianamente nello svolgimento della nostra professione: come dobbiamo comportarci per non perdere mai di vista il benessere animale? Come agire nella sua difesa non giustificando -con frasi come "è per il bene dell'animale..." - scelte ed azioni che sono piuttosto dettate da ragioni emozionali e da meri interessi personali? Questa nuova percezione - conclude- ha trovato la sua massima espressione nel riconoscimento dell'animale come essere senziente, nel Codice Deontologico del medico veterinario, come nel Trattato di Lisbona. Ci auguriamo che la sensibilità di questo Governo sia diversa e consenta il reintegro della nostra professione nel Comitato di Palazzo Chigi".

Ufficio stampa ANMVI 
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pdfCOMUNICATO STAMPA 17 DICEMBRE 2008