Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare sono pilastri della prevenzione. "Prevenire" nel campo della sicurezza alimentare non implica la moltiplicazione dei controlli, delle analisi e dei relativi costi ma significa tutelare la salute degli esseri viventi (piante ed animali) che producono i nostri alimenti, razionalizzare ed indirizzare i controlli su obiettivi prioritari, al fine di produrre derrate alimentari con minori rischi e minore impatto sull'ambiente.
Ricerca per la prevenzione. ANMVI ed ISEH sposano con entusiasmo il concetto di "medicina traslazionale" e ne sostengono l'indispensabile allargamento al campo della prevenzione.
"Prevenzione traslazionale" significa una ricerca orientata ad aggiornare obiettivi e metodi dell'analisi del rischio, colmando le lacune e riducendo le incertezze. I rischi connessi all'esposizione a contaminanti ambientali non compresi nei programmi di controlli, i rischi tossicologici transgenerazionali considerati nel nuovo concetto di "sicurezza alimentare sostenibile", gli ingredienti innovativi in mangimistica, le modifiche nei comportamenti alimentari sono solo alcuni degli argomenti trattati nell'incontro e per i quali è importante ed urgente
incrementare le conoscenze.
Nel contempo, ANMVI ed ISEH ribadiscono con forza che la ricerca per la prevenzione ambientale ed alimentare va considerata un campo prioritario nell'allocazione delle risorse nazionali per la ricerca nel campo della salute e che va stimolato e sostenuto il contributo dei giovani ricercatori. Non siamo tutti uguali. Un portato/assunto della ricerca attuale è che la sicurezza alimentare non può più considerare l'ipotetico "cittadino medio". Nella popolazione esistono significative differenze legate al genere, allo stato fisiologico ed all'età -fondamentali per la valutazione del rischio degli "interferenti endocrini"-, nonché allo stato patologico o allo stile di vita (abitudini alimentari). L'incremento della conoscenza in tale direzione è fondamentale per capire il peso delle diverse vulnerabilità nei confronti di specifici fattori di rischioper lo sviluppo di una prevenzione realmente inclusiva.
Comunicare la conoscenza, per prevenire. Gli aggiornamenti delle conoscenze vanno comunicati in maniera esatta e comprensibile ai responsabili della gestione della sicurezza alimentare, sia nel settore pubblico che privato, descrivendo in maniera trasparente le incertezze residue. Nel contempo ANMVI e ISEH esprimono la propria preoccupazione verso una ricerca che, non adeguatamente indirizzata verso obiettivi strategici, sia di limitata utilità per una migliore prevenzione alimentare ed ambientale.
La creazione di adeguati canali interattivi "conoscenza-valutazione-intervento" è indispensabile per ridurre i tempi richiesti per l'aggiornamento/miglioramento delle azioni di controllo/riduzione dei rischi. L'incontro ANMVI-ISEH ha sottolineato come sia ancora insufficiente una efficace diffusione delle nuove conoscenze sui possibili effetti indesiderati di integratori e sostanze "naturali". Un'adeguata comunicazione della conoscenza è quindi indispensabile per una tutela reale della salute del cittadino.
Comunicare per produrre comportamenti. Oltre ad evitare inutili allarmismi, la comunicazione del rischio può fare molto di più, cioè svolgere un ruolo proattivo nella prevenzione. Sebbene l'azione pubblica nel campo alimentare ed ambientale sia suscettibile di sostanziali miglioramenti, ANMVI ed ISEH sono consapevoli che è indispensabile anche un'azione sussidiaria da parte del mondo produttivo e della cittadinanza. Comunicare conoscenza in maniera accurata, chiara, trasparente è fondamentale per l'empowerment delle parti sociali, cioè la capacità di ridurre i rischi e promuovere la salute attraverso comportamenti consapevoli e responsabili. In questo contesto importanti esempi sono:
la diffusione della buona pratica agrozootecnica, che eviti unuso generalizzato ed inconsapevole di fitofarmaci, antiparassitari, antibiotici, etc.; lo sviluppo di un efficace monitoraggio post-marketingdi farmaci ed additivi utilizzati in zootecnia; l'adozione di stili alimentari e di vita salutari, compresealcune semplici e basilari pratiche di prevenzione primaria (ridurre l'uso del sale ed usarlo iodato; lasupplementazione periconcezionale con acido folico; l'allattamento al seno ove possibile).
Comunicazione fra discipline. Una aggiornata ed efficace prevenzione richiede il contributo di discipline e punti di vista diversi, in un fecondo interscambio fra medici, biologi, chimici, nutrizionisti/alimentaristi, veterinari, esperti in scienze sociali, etc., nonché fra ricercatori ed operatori sociosanitari. Proprio per rafforzare il valore aggiunto della cooperazione interdisciplinare, ANMVI e ISEH sottolineano l'importanza della medicina veterinaria, per la competenza orizzontale che integra conoscenza dei fattori di rischio, della fisiologia degli animali produttori di alimenti e delle filiere produttive. ANMVI e ISEH ribadiscono con forza che le tematiche della prevenzione e della sicurezza alimentare ed ambientale meritano un posto prioritario nella formazione universitaria e professionale delle lauree biomediche.
Sicurezza come stimolo, non come freno. ANMVI e ISEH sono consapevoli che un grave -e notevolmente sottovalutato- problema del nostro paese è la dipendenza del sistema agroalimentare da materie prime estere, in gran parte prodotte al di fuori dell'Unione Europea. Il problema è condiviso da diversi altri paesi europei e può compromette il concetto stesso di sicurezza alimentare elaborato in Europa con il determinante contributo italiano: "dai campi alla tavola". Può essere problematico, infatti, promuovere la salubrità delle filiere alimentari "a valle", senza tutelare la produzione primaria "a monte". Nel dare il proprio completo appoggio alle iniziative per il rafforzamento del sistema di tutela alimentare europeo, ANMVI e ISEH ritengono che vada incentivata la produzione primaria in tutte quelle aree ove è possibile ottenere riscontri favorevoli sul piano della prevenzione primaria e della sicurezza alimentare; nel contempo ritengono basilare un modello di analisi del rischio che includa strutturalmente i canali di scambio di ingredienti o materie prime provenienti da altri Paesi.
Sicurezza alimentare vuol dire produrre meglio, valutando e prevenendo i possibili rischi.