COMUNICATI STAMPA

 

Sterilizzazioni di cani su automezzi mobili: elevato rischio per gli animali
ANMVI: " il Piano PNALM è ancora fuori dalle regole”
Nel 2014 fu bloccato a causa delle stesse carenze di oggi. L’ANMVI chiede l’immediata sospensione del Piano dell'Ente Parco PNALM- Progetto non concertato e privo di trasparenza


(Cremona, 20 giugno 2016)- Il progetto ‘antirandagismo’ annunciato per oggi dall’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM)- ripropone le stesse carenze normative e di buone prassi veterinarie che già due anni fa ne determinarono la sospensione.

Nel 2016, come nel 2014, nessuna norma nazionale autorizza l’esecuzione di interventi chirurgici su una "auto medica" per l’annunciata sterilizzazione 'anti-randagismo' di circa 1000 cani. Il quadro d'intervento è totalmente estraneo all'ordinamento nazionale vigente: non ci sono le basi normative -né nella legislazione del Ministero della Salute né in quella del Ministero dei Trasporti.

1. Per legge- e a tutela del paziente animale- le ambulanze sono autorizzabili solo come automezzi di trasporto per animali bisognosi di soccorso, da condurre in strutture veterinarie autorizzate allo svolgimento di prestazioni veterinarie, in particolare di prestazioni complesse come gli interventi chirurgici di sterilizzazione;

2. Per legge- e a tutela del paziente animale- un intervento in anestesia totale come la sterilizzazione chirurgica, non può che essere eseguito in strutture veterinarie fisse, autorizzabili dall’autorità sanitaria locale, in quanto dotate di attrezzature, locali, strumentazione e presidi medici e farmaci veterinari necessari a fronteggiare tutto il decorso operatorio, sotto la responsabilità di un Direttore Sanitario Veterinario.

3. Per legge, i mezzi mobili di trasporto degli animali non possono essere dotati di strumentazione complessa e quindi non offrono garanzie di buone prassi chirurgiche, le quali richiedono accurate indagini pre-operatorie sull’idoneità del paziente all’intervento, un rigoroso controllo del rischio clinico-chirurgico e il monitoraggio post operatorio del paziente animale.

4. Il Piano- pur imperniato su attività di tipo sanitario non è stato concertato con i Medici Veterinari liberi professionisti né con l’Ordine professionale, generando seri dubbi di coerenza con l’ordinamento e con la deontologia veterinaria.

5. Le modalità di reclutamento dei Medici Veterinari non sono trasparenti, così come non risultano pubblicizzate le modalità di finanziamento e di rendicontazione delle attività da svolgere; non meno incerto il reale status di ‘randagio’ dei cani (circa un migliaio) da sottoporre ad atti medici veterinari: microchippatura con registrazione in anagrafe, vaccinazioni e sterilizzazioni; non risultano in essere misure di tracciabilità dei medicinali veterinari né del loro corretto impiego.

6. Il Piano non offre nessuna espressa garanzia che le prestazioni veterinarie non siano svolte in condizioni di esercizio abusivo della professione veterinaria.

Si ripropongono quindi tutte le criticità già sollevate nel 2014, che avevano portato il Ministero della Salute, anche su sollecitazione di ANMVI e della Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, a sospendere analoga iniziativa.

L’ ANMVI si appella al Ministero della Salute affinchè sospenda anche questa volta il Piano: gli interventi di prevenzione e di lotta al randagismo richiedono una strategia coordinata di intervento sanitaria, in capo ai Medici Veterinari e sotto il coordinamento dell’Ordine professionale dei Medici Veterinari. Fuori da questa cornice ordinamentale, si aprono spazi di opacità e di rischiosa improvvisazione.

Ufficio Stampa ANMVI - 0372/40.35.47