COMUNICATI STAMPA

L’allevamento non deve accettare il dito puntato contro le emissioni di CO2 Occorre guardare all’ energia biocompatibile. ANMVI: il veterinario aziendale può fare molto.

(Cremona, 5 novembre 2008) - Summit lombardo ieri a Cremona presso la Camera di Commercio per parlare di ambiente e zootecnia. Dall'incontro, promosso dalla Regione Lombardia e a cui ha partecipato il Vice Presidente dell'ANMVI, Giancarlo Belluzzi, è scaturito il messaggio che la zootecnia deve scrollarsi di dosso l'indice puntato dell'immissione di CO2 nell'ambiente. La strada da seguire è quella di sfruttare piuttosto il merito del produttore in quanto sorgente di energia biocompatibile.

ANMVI ha offerto il suo contributo: i medici veterinari sono a disposizione per qualsiasi progetto che richieda un contributo professionale a queste soluzioni. Uno dei consulenti principali dell'agricoltore è questo professionista ed il progetto del veterinario aziendale va in questa direzione con un duplice apporto: salvaguardare l'ambiente e tutelare il bestiame da nuovi agenti infettivi. Nel primo caso, fornendo preziosi contributi di conoscenza utili a inserire l'allevamento in un circuito più rispettoso, adeguando ad esempio, le diete animali per modificare l'impatto ambientale; nel secondo, proteggendo e tutelando il patrimonio zootecnico da vecchie e nuove patologie come quelle comparse negli ultimi anni, causate da una rivoluzione climatica nei cicli di virus e batteri.

I cambiamenti climatici sono una realtà incontestabile e la causa sono le frenetiche attività dell'uomo, nelle sue molteplici forme. Tra queste c'è anche la zootecnica intensiva, ma a differenza di altre questa può essere considerata un bene produttivo da sfruttare, anche a fini energetici, se l'allevatore (e le istituzioni, che devono mettere mano anche al loro portafoglio) utilizza al meglio la risorsa liquame.

L'8% di tutte le emissioni di CO2 è l'incidenza della percentuale media della zootecnia e tra le 4-5 fonti più importanti c'è appunto l'allevamento del bestiame. Il mondo punta sulla loro riduzione e sul contenimento nell'utilizzo di quelle fossili, primo fra tutte il petrolio. La produzione di biocombustibili è il sistema più virtuoso ed ideale per la zootecnia. Trasformando il liquame in una sorgente di gas combustibile ed in preziosi fertilizzanti per i suoli, l'indice di virtuosità vira decisamente verso il segno positivo.

La Regione Lombardia ha finanziato ben più di 30 impianti di biogas ma altrettanti sono in progettazione. Peraltro la tecnologia finanziata consente un utilizzo massiccio del "motore": mediamente l'impianto di produzione energetica sta fermo per manutenzione non più di tre giorni/anno, un indice eccellente di sfruttamento del sistema.

Anche i medici veterinari sono chiamati a fare la loro parte: proteggendo la sorgente di materia prima (animali) dal fermo aziendale, causa primaria di perdita energetica, qualora mancasse il materiale da bio-sfruttare!

Ufficio Stampa ANMVI

0372/40.35.47

pdfCOMUNICATO STAMPA 5 NOVEMBRE 2008